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stregatto

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  1. stregatto

    Paintball

    sono sconcertato dal fatto che continuano a nascere campi da paintball in italia e riconosciuti anche dalla AICS pubblicizzati sul web e con negozi online http://paintballelitebergamo.webnode.com// http://www.paintballforum.it http://www.aics.info/settori.php http://www.paintballvarese.it/ http://www.paintball-life.com se non hanno cambiato la normativa (e dubito che l'hanno fatto) è tutto illegale al 100% e non capisco come sia possibile -.- se così fosse un giorno scoppierà un bel casino e ci andiamo di mezzo anche noi del softair -.- mi sa che una mail alla AICS per chiedere qualche spiegazione va mandata...
  2. questo è un gran coltello multiuso http://www.coltelleriacollini.it/cgi-bin/c...oduct/View/4691
  3. Uno degli articoli più noti della Maxpedition è la Rolly Polly, un comoda "sacca" dove l'operatore può riporre i caricatori esausti, ne esistono di 3 misure piccola/grande/media ma pochi sanno che della stessa linea esistono due tipi di zaini che si richiudono proprio come le classiche Rolly Polly. quello che andremo a vedere si chiama Rolly Polly Extreme è lo zaino più grande e completo in produzione mentre il suo fratello minore, il Folding Backpack, è uno zaino a sacca. La scheda tecnica della ditta: La versione Extreme ha dimensioni veramente contenute quì possiamo vederla a confronto con una borraccia americana da 1litro Come possiamo notare all'apparenza sembra una comunissima Rolly Polly ma con dimensioni maggiori. La chiusura è la classica a velcro e sul retro si trovano 3 file da 2 pals inoltre si può notare la maniglia dello zaino. una volta aperto lo zaino si presenta in questo modo La rolly polly exstreme è dotata di un totale di 4 tasche a zip e di un divisore interno, le tasche esterne hanno una superficie velcrata, nella tasca superiore la superficie velcrata serve per chiudere lo zaino mentre in quella inferiore possiamo attaccare le patch che preferiamo. Le due tasche frontali hanno una buona capienza e sono di dimensioni simili a quelle del classico M.A.P. La tasca superiore è una normalissima tasca e non presenta nulla al suo interno mentre in quella inferiore possiamo trovare un divisorio con un laccio per assicurare al suo interno piccoli oggetti (chiavi,coltello,torcia ecc...) inoltre è presente una tasca frontale "porta documenti". ecco come si presentano gli spallacci sono realizzati in cordura pesante e sono regolabili, è presente anche il laccio pettorale per far aderire meglio lo zaino al corpo. Ogni spalaccio è dotato di 4 pals e di un laccio elastico per far passare il tubo della sacca di idratazione. particolare della cucitura degli spallacci allo zaino Una bella idea da me molto apprezzata è stata quella di inserire nella cinghia pettorare un fischietto integrato nelle clip. lo zaino al suo interno ha un divisore per inserire la sacca di idratazione e un gancio per tenerla alzata. Al suo interno troviamo anche una tasca "porta documenti". Le capacità di carico sono notevoli; a pieno carico ci stanno comodamente 4 bottiglie d'acqua da 2 litri e la borraccia americana nella tasca frontale. La rolly polly extreme costa 75 euro è disponibile nelle colorazioni OD, KHAKI, ACU e BLACK Conclusioni Il prodotto è ben fatto sià come estetica che come qualità dei materiali in linea con gli altri prodotti della Maxpedition, le cuciture sono solide e non si presentano particolari difetti. Ho scelto questo prodotto perchè ho sempre voluto avere la possibilità di avere una zaino da portarmi dietro durante le classiche partite domenicali ma anche durante eventi di 24H, i suoi utilizzi sono vari può essere utile per riporre un giacca nel caso si viaggi leggeri o essere usato quando il grosso del materiale si abbandona in occultamento. L'unico difetto riscontrato è quello dovuto alla chiusura superiore dello zaino, infatti rimane aperto e l'acqua può tranquillamente entrare quindi in caso di pioggia è consigliabile riporre tutto il contenuto in un sacco della spazzatura.
  4. ho testato questo gioco e mi sta tentando ...primo perchè tutto il regolamento è disponibile in pdf e soprattutto per il basso costo delle miniature difatti si utilizza la scala in 1/72 che è una delle più economiche in commercio ecco alcune foto di una partita...questa è ambientata a berlino se volete capire meglio come funziona il gioco potete tovare un'edizione completamente free del regolamento in versione pdf a questo link: http://www.alzozero.it/2009/html/download.html
  5. prezzo a parte gran bella replica per l'articolo completo andate quì http://www.airsoftcommunity.info/reportage...rlie-m19-mortar sito del produttore http://www.11charlie.com/
  6. da sas odellismo sono arrivate queste mimetiche che sembrano veramente fighe le ho viste di persona e se non sbiadiscono meritano alla grande!!!...disponibili anche in marpat! http://www.claw-gear.eu/
  7. La Salwar Kamiz o Shalwar Kamiz (Hindi, सलवार क़मीज़ salvār qamīz o anche शलवार क़मीज śalvār qamīz, Punjabi ਸਲਵਾਰ ਕਮੀਜ਼ salvār kamīz, Urdu شلوار قمیض šalwār qamīz, ma scritto anche Salwar Kameez o Shalwar Kameez, in inglese Punjabi Suit) è un abito tradizionale, sia maschile sia femminile, di alcune popolazioni del sud-est asiatico (Afghanistan, Inda, Pakistan, Bangladesh etc.). Il termine Kamiz deriva dall'arabo, Salwardal persiano. La Salwar Kamiz consiste di tre parti: Salwar, Kamiz e Dupatta. La Kamiz è una camicia lunga che arriva almeno all'anca ma a volte anche al ginocchio dando grande liberta di movimento a chi la indossa. Le donne portano anche la Dupatta, una scialle lungo e largo che le copre il capo, le spalle ed il collo. La camicia degli uomini è anche chiamata Kurta. Naturalmente la Salwar Kamiz è disponibile in diverse fogge, colori e lunghezza, senza rappresentare necessariamente tradizioni locali, ma solo per soddisfare il gusto di chi le indossa. la Salwar Kamiz che ho acquistato viene confezionata in sartoria ed è realizzata in cotone al 100% La Kamiz (camicia) è dotata di due tasche laterali non molto capienti, un taschio sul petto. Il colletto e i polsini vengono realizzati con tessuto doppio risultando più rigidi, in modo da mantenere la forma. I bottoni sono abbastanza piccoli realizzati in materiale plastico, le cuciture sono di buona qualità cucite a macchina con filo di cotone. i Salwar (pantaloni) hanno la particolarità di essere decisamente molto ampi, vengono indossati stringendoli in vita tramite una coulisse. i pantaloni non presentano tasche a vanno indossati a vita alta. le taglie delle Salwar Kamiz sono molto particolari, essendo i pantaloni molto larghi e la kamiz molto lunga. Per i pantaloni solitamente non ci sono problemi per la kamiz si può avere qualche problema nel reperire taglie comode. la Salwar Kameez indossata con un setup special force in Afghanistan la Salwar Kameez viene venduta in Italia da softair2000 ed il costo è di 58 euro esclusa la spedizione. Le taglie disponibili sono 3: piccola, media, grande. http://www.softair2000.com/softair2000_sal...meez_p4349.html PRO: Leggera, semplice, adatta per reenactor, set up special force o set up da guerrigliero talebano CONTRO:non è una mimetica quindi la leggerezza dei tessuti non la rende adatta ad un uso intensivo senza rischiare strappi, stessa cosa vale per le cuciture; non sono realizzate con materiali tecnici e pur essendo ben fatte, alla lunga potrebbero cedere.
  8. su sam un tizio vendeva queste "sciarpe" che servono per raffreddare il corpo la cosa mi sembrava interessante e mi sono fatto un giro in rete per capire cosa fossero in pratica è una striscia di tessuto in cotone e poliestere contenenti dei poly cristalli va tenuto in acqua per circa 30 minuti prima di utilizzarlo e posto sul collo ha la funzione di raffreddamento del sangue e quindi è in grado di abbassare la temperatura del corpo quando l'effetto rifrigerante comincia a calare basta girarlo la durata dovrebbe essere di 2/3 giorni dopodichè va ricaricato d'acqua è usato dall'US ARMY e dall'esercito canadese e inglese il costo si aggira sulle 10/15 sterline lo inserisco nella lista delle cose da comprare
  9. vi quoto questo post interessante http://www.softairmania.it/forum/newreply....y&p=1600478
  10. apro un posto per far conoscore anche a voi questo esploratore italiano che in solitaria ha raggiunto il polo nordo magnetico trascinando 120 kg di materiale e sfidando il freddo con temperatura attorno ai -50 gradi ecco la sua storia Michele ha raggiunto il Polo Nord Magnetico arrivo alle ore 13:52 ora canadese del 30 aprile 2009 rif. 1996 78° 35'42.00" Nord 104° 11'54.00" Ovest primo italiano ad affrontarlo in solitaria ed in autosufficenza con gli sci 576 km 31 giorni di traversata - 48 gradi C min. - 21 gradi C max. 66 giorni di spedizione 1 orso polare raffiche a 92 km/h di vento (Blizard) 04:00 sveglia 21:30 letto max 37 km percorsi in un solo giorno min 10 km percorsi in un solo giorno 110 kg il peso della slitta RACCONTO "..sono quasi le 23:00 ed ancora non riesco a dormire...perchè? La tendina si muove violentemente ed a tratti si blocca lasciando ascoltare un silenzio quasi tenebroso solamente per pochi secondi. Da dentro il sacco a pelo, cerco di scrutare lo schermo del barometro digitale che ho legato sulla parte superiore della tendina, ma lo schermo è completamente ghiacciato e non riesco a vedere la temperatura…penso: sicuramente è sotto i 35 gradi centigradi. Con un bel po’ di fatica cerco di aprire il sacco a pelo e dalla piccola apertura esco con un braccio per prendere la bottiglia del brodo caldo, ma tutto il materiale che ho dentro il sacco ostacola questa mia operazione. All’interno faccio fatica a muovermi non perchè sia stretto ma perchè a causa delle batterie e di tutto l’abbigliamento che utilizzo durante la giornata, messo a riposare con me all'interno del sacco a pelo per asciugare i capi e tenere al caldo le batterie, danno entrambi questo fastidioso problema. ...sento dei rumori strani nascosti dal vento…Sembrano dei passi...SONO DEI PASSI! In pochi secondi esco dal mio guscio protettivo che Ë il caldo sacco a pelo; un brivido tremendo scuote tutto il mio corpo e inizio a tremare, sono seduto dentro la mia tendina e ora posso vedere il termometro...lo pulisco dal ghiaccio che ricopre lo schermo con le mani e si intravede sforzando la vista un - 41 gradi...mamma mia fa un freddo infernale. I passi si sentono molto bene, prendo il mio fucile a pompa Ramington...apro la tendina e del ghiaccio inizia ad entrare trasportato dal forte vento, fuori è chiaro pressappoco come in Italia durante il periodo invernale verso l’ora del tramonto 16:00 - 16:30...esco con la testa e mi guardo attorno…per qualche istante rimango senza respiro, vedo avanzare lui, il Re dell'Artico, possente e grande come una Fiat 500; Mi assale una tremenda indecisione...prendere la videocamera o tenere il fucile in mano?!...Ë troppo vicino, se mi attacca sono morto!...Si ferma a circa 20 - 25 metri dal mio campo; sono circondato da piccoli ice-berg e ruble (ghiaccio di pressione). Carico il fucile con un Benger Bear e mentre lo faccio l'orso decide di alzarsi in piedi. Mio Dio è enorme!!! Misura almeno 3 metri di altezza, di meravigliosa altezza. Sono emozionato, mai in 10 anni di spedizioni artiche avevo visto l'orso polare cosÏ vicino a me. Punto il fucile verso il cielo e sparo. Dopo circa tre secondi il fracasso dell'esplosione!! “BANG”. Un rimbombo che fa vibrare anche la mia tenda. L'orso impaurito scappa veloce come una lepre. Rimango qualche secondo a guardare il nulla, l'emozione di questo incontro blocca la mia ragione, ma dopo qualche istante ci pensa il vento gelido a risvegliare in me l'istinto della sopravvivenza. Rientro velocemente all’interno del mio guscio notturno ancora tiepido." Venezia, inizio di marzo 2009. Il mio amico Stefano mi ha accompagnato in aeroporto per prendere l'aereo che mi porterà oltre oceano, precisamente nel Canada Artico. Resolute Bay è la mia destinazione finale. Resolute è un piccolo villaggio dove vivono circa 250 Inuit. Aziz "Ozzj" mi sta aspettando al suo South Camp Inn, un hotel costruito nel posto più inospitale della Terra. Il South Camp e frequentato prevalentemente da esploratori polari; posso dire che Ë il punto di riferimento per chi decide di provare la forte emozione di conoscere l'Artico. I costi sono elevatissimi: 285 dollari al giorno. Alle 20:15 del 5 marzo arrivo al piccolo aeroporto di Resolute e Ozzy mi saluta con un forte abbraccio, ormai mi ha quasi adottato, sono l'unico italiano che per la terza volta lo va a trovare in pochi anni. "Mighel !", non ho mai capito perchè mi chiama Mighel," How are you?....Hi Ozzy, I'm tired". Carichiamo le slitte sul furgone e si parte verso l'hotel che dista circa 5 chilometri dall'aeroporto. Appena arrivato mi faccio dare la camera e dopo una calda doccia mi immergo nel sonno più lungo che potevo fare da 3 mesi a questa parte. La mia spedizione ha come obiettivo il raggiungimento del Polo Nord Magnetico del 1996 è l'unico Polo Magnetico autentico e certificato da una spedizione scientifica canadese. Partirò da Resolute Bay e dovrò percorrere poco meno di 600 chilometri con gli sci trainando una slitta dove al suo interno stiverò tutto l'occorrente per la mia sopravvivenza. Camminerò tutto l'intero percorso sopra l'acqua ghiacciata dell'Oceano Artico, pack o banchisa polare. Lo spessore del ghiaccio puù variare da pochi centimetri ad alcuni metri di spessore. Sul fondo della slitta stivo 40 giorni di viveri (più aggiungo 4 pasti liofilizzati per un’eventuale emergenza) i quali faranno da base per il resto dei materiali; l'abbigliamento lo metto dentro un piccolo sacco mentre i 18 litri di benzina li divido in tre taniche di color rosso e le appoggio nella parte posteriore della slitta e per finire, sacco a pelo, materassini, attrezzature satellitari per la comunicazione e vari materiali che verranno usati durante la traversata. Il peso complessivo della slitta è di 196 libre, quasi 90 kg. In più dopo aver chiuso la slitta incastro tra le cinghie che comprimono il telo di protezione, il fucile dal peso di 5 kg, la tendina altri 3 kg e per finire gli sci e scarponi altri 5 kg; L'abbigliamento che utilizzo durante la marcia ne pesa 4 kg…Bè il totale del peso è poco incoraggiante, circa 110 kg da trainare per 40 giorni. Dopo essermi allenamento per 20 giorni ed aver effettuato un ottimo ambientamento al freddo, finalmente parto da Resolute per tentare di raggiungere il Polo Nord Magnetico. “...Sono le 3 del pomeriggio, il Sole è abbastanza alto sopra l'orizzonte ma ancora molto basso per poter riscaldare un pò il corpo. Sto trainando la slitta da ormai 3 ore, ed il mio volto è coperto da uno spessore di ghiaccio. Faccio fatica a respirare perchè le narici del naso sono quasi interamente chiuse dalla formazione del ghiaccio. La slitta durante la marcia la sento molto pesante la traino con fatica e l’imbraco chiuso attorno al ventre, causa forti dolori addominali per i continui strattoni. Mi guardo attorno girando la testa da una parte all’altra per rendermi conto di dove mi trovo per l'ennesima volta…solo io ed il ghiaccio a perdita d'occhio. Mi trovo ancora nelle vicinanze del villaggio di Resolute e spesso incontro, incise sul ghiaccio, alcune tracce lasciate dal passaggio delle motoslitte dirette verso la Somerset Island, le seguo per qualche chilometro alleviando poco il dolore alla schiena e togliendo un pò di fatica. Alla mia destra distante all'incirca 2 chilometri ho la costa dell'isola di Cornwalis dove si trova appunto il villaggio di Resolute e so che questa parte di isola me la porterò come punto di riferimento per molti giorni ancora. Gli Ice-berg che sto incontrando sono abbastanza grandi e sono perfettamente incastrati nel ghiaccio dell’oceano. Mi avvicino a loro con molta precauzione dato che si trovano nella stessa mia direzione di marcia. Il colore da azzurro chiaro si trasforma in un blù intenso il quale riflettendo sul ghiaccio che si trova alla base dell'ice-berg trasforma l’ambiente in uno scenario meraviglioso. Passano le ore ma i chilometri percorsi finora non sono molti, all’incirca 10. Decido di fermarmi alle 6 di sera per allestire il primo campo notturno. I miei movimenti per prendere l’equipaggiamento sono molto lenti. Le energie usate e consumate per trainare la slitta questo pomeriggio sono state tante e le ho quasi esaurite. Monto la tendina e per secondo in ordine d’importanza il polar ring ovvero il recinto contro l'orso polare, lo uso come deterrente durante la notte per spaventare l’orso. Sistemo la slitta di fronte all'uscita della tendina e dopo circa 1 ora inizio a portare all’interno tutto quello che serve per la notte. …Freddo fa molto freddo, indosso la giacca e la salopette in piuma per cercare di riscaldarmi all’interno della tendina. Il fornello acceso sta lavorando faticosamente per sciogliere il ghiaccio e trasformarlo in acqua. Apro una busta di cibo liofilizzato pregustando la cena che mi sto preparando, ma un odore nauseabondo quasi chimico esce dopo l’apertura. Verso l'acqua calda dentro la busta ed immediatamente inizia a fermentare il cibo. Un'intenso mal odore mi fa capire che il prodotto non è più buono. cosa faccio? Devo uscire a prendere una nuova busta dalla slitta. Esco dalla tendina e mentre apro la slitta il gelo più assoluto mi avvolge. Velocemente la richiudo e sistemo il nylon che la protegge, ma mentre rientro nella mia casa notturna, una brutta sorpresa mi sta attendendo...Il mio materassino è andato a finire sopra il fornello ed ora sta prendendo fuoco, le fiamme alte sfiorano le estremità del telo della tenda. Mi butto contro il fuoco e cerco in tutti i modi di sopprimerlo prima che prenda a fuoco anche la tendina, in tal caso sancirebbe la fine della mia spedizione. Dopo aver spento le fiamme mi rendo conto che il materassino è inutilizzabile e assolutamente non posso dormire senza un isolamento tra il ghiaccio ed il mio sacco a pelo...Dopo tante energie consumate oggi, devo nuovamente rientrare a Resolute per sostituire in materassino. Ma devo farlo prima di notte. Mangio di fretta per evitare ulteriori problemi, preparo un thermos di acqua calda, prendo il fucile e per finire chiudo la tendina. Mai immaginavo che questo era solamente l'inizio di una serie di problemi fra i quali alcuni anche molto seri. Dopo due giorni di stop a Resolute, a causa di una bufera, riparto con gli sci verso il mio primo campo ancora situato sulla banchisa polare a 10 chilometri dal villaggio. Mi affligge un costante pensiero mentre progredisco sul pack è la speranza di ritrovare il campo ancora intatto e per fortuna al mio arrivo tutto è rimasto come avevo lasciato la sera dell'incendio. Smonto la tenda velocemente e cerco di stivare tutto l'equipaggiamento dentro la slitta, dopo circa due ore alle 9 del mattino, sono nuovamente impegnato con tutte le mie forze fisiche a trainare la mia dolce metà...La slitta (Pulka). “…Il mio busto inclinato in avanti, le gambe faticosamente tirano la Pulka per chilometri, uno dopo l'altro ma nello stesso tempo aumentano le difficoltà, in parte dovute al ghiaccio non buono ed in parte dovute alla rottura di molti materiali. La pompa del fornello che mette sotto pressione la bombola che contiene il petrolio si è rotta. Il Gps importantissimo per una spedizione verso il Polo Magnetico non acquisisce più i satelliti e cos“ facendo non riesco ad acquisire la mia posizione sull'Oceano Artico. Oltre a questo serio inconveniente subentra un'ulteriore problema da risolvere che mai immaginavo, e questo è fisico! Chiamo il mio manager e amico in Italia l'Avv Paolo Maran per informarlo di questi problemi tra cui il mio stato fisico. - Ciao Paolo, sto perdo parecchio sangue da una parte del corpo delicata...sono un preoccupato non so realmente cosa fare...Paolo forse dovrò ritirarmi!?...lui cerca di confortarmi come può, ma sa che mi trovo in una situazione non facile... - Michele oggi cerca di restare fermo e di capire come puoi sistemare il Gps…Io chiamo subito un mio amico medico per capire se il tuo problema e grave da ritiro o se è dovuto solamente all'enorme sforzo che hai fatto in questi giorni. La giornata la passo a cercare di risolvere il problema del Gps...ma nulla di buono. - Michele il dottore dice che sarebbe meglio rientrare e farsi controllare con cura perchè potrebbe peggiorare. Chiamo Ozzj e gli racconto del grave problema. Dopo circa 3 ore arriva Nath un eschimese partito da Resolute con una motoslitta. Mi carica le slitte e ripartiamo alla volta del villaggio inuit. Mi risulta difficile restare seduto sul sedile della motoslitta, ma lo sconforto per il momentaneo risultato e scorgere le tracce lasciate dalla mia slitta sul ghiaccio qualche giorno prima, non mi fanno percepire il dolore nella sua portata. Momentaneamente la spedizione sembrerebbe finita ma dentro il mio cuore nasce un sentimento che va molto oltre l'orgoglio...Voglio ripartire, assolutamente! Cambio il Gps, per una settimana seguo una cura di medicinali che in piccola parte tolgono l'infiammazione evitando anche la fuoriuscita copiosa di sangue, risistemo la slitta e parto solo sempre senza supporti esterni, nessun rifornimento durante la traversata e nessun deposito di viveri; in pura etica esplorativa “Green Spirit uno spirito verde” per l’ambiente pulito. Mi sembra di avere la forza di 1000 uomini dentro il corpo...Traino la slitta anche per 14 ore al giorno, sono conscio di aver perso molti giorni per i problemi causati dai materiali e dal mio fisico e quindi devo recuperare il tempo "perso". Alla mattina mi svegliavo alle 6 per terminare la giornata alle 7 di sera, ma non riuscivo a completare la tappa che avevo segnato come obbligatoria sulla mappa topografica, quindi decido di alzarmi alle 5 del mattino. Dalla seconda partenza da Resolute sono passati ormai 9 giorni ed ora mi trovo a circa 150 chilometri dal villaggio eschimese quasi in pieno Oceano Artico. Il tempo meteo non è clemente, tutti i giorni soffia un forte vento da nord molto freddo e le zone di Ruble sono sempre più vaste e frequenti. “…Oggi è nuvoloso, molto nuvoloso ma per fortuna il vento non soffia forte per il momento. I colori sono uguali...Il cielo è grigio scuro e la banchisa assume lo stesso colore, all'orizzonte intravedo faticosamente alcuni ice-berg e alla mia sinistra distante una cinquantina di chilometri vedo la Bathrost Island. Le tracce di orso polare sono numerose e si spostano da una ice-berg all’altro, a zig zag. Sono orsi che stanno cercando del cibo, hanno fame e questi sono i più pericolosi. Se le impronte andassero dritte la cosa non mi darebbe fastidio perché in quel caso l’orso non è alla ricerca di cibo e quindi sarebbe meno pericoloso. Sono dentro la tendina, il vento e fortissimo l'incognita è se partire o restare fermo. La sua direzione è la stessa che devo seguire per tutta la giornata, il che vorrebbe dire soffrire e rischiare seri congelamenti al volto. Decido di restare fermo e di asciugare con il calore sprigionato dal fornello, una parte dei miei indumenti ancora ghiacciati. La tenda si muove come in preda alle convulsioni più atroci, mai avevo provato un vento del genere rinchiuso in una tendina. Indosso velocemente la giacca in piuma metto sul volto la maschera per ripararmi dal vento nelle mani infilo i guanti di foca e gli scarponi. Esco per cercare di costruire un muro di ghiaccio come protezione. Il vento è fortissimo quasi al punto di reggere il mio peso quando cerco di buttarmi a terra. Dopo aver costruito una piccola protezione per la notte, chiamo il centro meteo canadese per aver notizie su questo vento, loro mi assicurano che sarà una cosa passeggera ma molto violenta sopratutto durante la notte dove le raffiche del blizard potranno raggiungere anche i 110 km/h. Dopo ripetute uscite dalla tenda mi rendo conto di averla quasi interamente coperta con il ghiaccio. La notte passa e sono ancora intatto! Dopo questa sosta forzata causa il tempo avverso, i viveri che avevo portato con me calcolati in solo 4 giorni di emergenza, ora me ne restano solamente per 3 giorni di stop forzato. ...freddo, freddo molto freddo è insopportabile, il mio volto e tumefatto dal ghiaccio, dalle labbra scende qualche goccia di sangue che in pochi secondi si ghiaccia...Penso a tutta la mia vita alla mia famiglia a mia madre sola a casa che mi aspetta, come sempre, ma la slitta mi blocca di colpo! Mi giro verso lei con aria minacciosa…"BASTA....HAI FINITO DI BLOCCARMI IN QUESTO MODO? BASTA!!!"...Sono pazzo? Cosa mi succede?...La stanchezza fa brutti scherzi!! Guardo il Gps sono le quattro e mezza del pomeriggio ho fatto quasi 28 chilometri, sono felice ma allo stesso tempo sento che le gambe reggono il mio corpo con molta fatica. Prendo la slitta e la disincastro dal ghiaccio...Lei si avvicina quasi a chiedermi scusa, la guardo con un occhio fraterno "dai che ripartiamo", ma pochi metri dopo il più devastante di tutti i problemi, l'attacco dello sci destro si rompe. Un brivido di nervoso acuto scuote tutto il corpo...Il mio cervello quasi impazzisce...Cosa faccio? Come procedo? Come lo sistemo? Come traino la pulka? ...Ero entusiasta del chilometraggio percorso mancavano ancora più di due ore alla fine della giornata e questo voleva dire superare i 30 chilometri. Rimango fermo qualche istante per calmare il nervoso che stava prendendo il sopravvento... Michele tranquillo....ragioniamo che sicuramente troveremo una via di uscita a questo inconveniente. Tolgo lo sci destro il sinistro c'è l'ho a due metri da me. Li lego attorno alla slitta e decido di sistemarlo quando ho finito la giornata. Cammino ma la fatica e disumana, sprofondo con i piedi ad ogni passo, l'umidità ghiacciata che si deposita di notte sulla banchisa polare ha fatto uno spessore di quasi un metro in alcuni punti e senza sci e praticamente impossibile progredire regolarmente. Dopo un'ora e mezza mi fermo esausto. il Gps segna 30,8 quasi 31 chilometri...ma sono molto infelice mi rimangono poco più di 200 chilometri per raggiungere il Polo Nord magnetico e non posso farli tutti a piedi, è impossibile. Chiamo mia sorella Federica e gli spiego l'ennesimo problema cercando da lei un po’ di sostegno morale. Trattengo le lacrime a fatica quando sento la sua voce. Alle nove di sera senza aver preparato ancora la cena riesco a terminare il lavoro fissando l'attacco con un cordino in kevlar allo sci. l'umore cambia ma cambia anche la sveglia dalle 5 passa alle 4 del mattino. Parto zoppicando e questo sarà il mio camminare fino alla fine del percorso. Le pelli di foca sintetiche incollate sotto la suoletta degli sci, sono in alcuni punti consumate e spesso cado a terra per poca aderenza sul ghiaccio, ma la forza d'animo mi fa andare avanti come una locomotiva. 37 sono i chilometri percorsi oggi, ho recuperato quelli di ieri...sono felicissimo, una distanza del genere sull'Oceano Artico nelle condizioni disastrose in cui è, è una grande meta. Durante i giorni a seguire i chilometri variavano tra i 30 ed i 34 giornalieri. Sento l'arrivo del Polo magnetico mi mancano 4 giorni e l'entusiasmo cresce giorno dopo giorno. “…Solo, Solo, Solo...Michele ma ti rendi conto di essere solo?...ma forse non mi rendo conto al 100% e credo sia anche meglio cos“!...ma sei sicuro che sia meglio cos“?...guarda ne riparleremo al mio arrivo sai?...ora sono concentrato qui!!!! Parlo con me stesso mi auto interrogo sulla mia reale capacita di restare “solo con me stesso” in situazioni dove una persona normale potrebbe farsi impadronire dal panico più assoluto, ma la domanda aspetta ancora una risposta. Spesso prego durante la giornata e in parte grazie anche a questo, supero molte difficoltà e poi ho il mio vero secondo compagno...il cappello degli alpini che ormai mi segue in tutte le avventure...l'8° Reggimento Alpini, Brigata Julia e credo anche che nell'aria ci siano molti soldati, li con me a proteggere la mia vita ed il mio campo notturno...questo penso. Tra un giorno arrivo vicino l'isola di Isaksen dove si trova il Polo Nord Magnetico...la felicità è alle stelle...Una piccola isola mi divide dal Polo, mancano 46 chilometri....Ti rendi conto mancano solamente 46 chilometri! Preparo il penultimo campo, il tempo non è clemente neanche oggi perché, ma non importa l'adrenalina che scorre dentro le vene mi fa superare quasi tutto. Il ghiaccio dell’oceano è ancora buono, anche se nei giorni passati ho attraversato una zona molto pericolosa di ghiaccio nuovo “fresco”, appena passavo con la slitta subito dopo si vedeva la traccia nera e leggermente bagnata. Credetemi non è un bel trainare quando sai che il ghiaccio potrebbe rompersi da un istante all’altro. Ma una evento molto simpatico mi accompagnava durante quei momenti di tensione. In lontananza vedevo le foche prendere ossigeno ovvero alcuni punti della banchisa erano aperti e loro uscivano con tutto il corpo sul ghiaccio ma appena mi vedevano si rituffavano dentro l'acqua gelida dell'oceano. Avvicinandomi potevo vedere i buchi con un’apertura di poco più di un metro da dove uscivano le foche. Guardare dentro il buco è una cosa impressionante, nero il nero più assoluto...un nodo mi prende la gola...sapevo di camminare sull'oceano ma mai avevo sentito questo sentimento di impotenza...bastava un attimo per sprofondare e non uscirne più. Come un bambino infilo il bastoncino che trattengo con la mano (130 centimetri) dentro il buco per cercare di toccare il fondo, conscio del fatto che nel punto in cui mi trovo la profondità dell’oceano raggiunge oltre 1000 metri, 1000 metri! 29 aprile, decido di entrare dentro l'isola che si trova di fronte a me la banchisa è in condizioni pessime e incontrerei parecchie difficoltà nella progressione. Oggi devo assolutamente percorrere 34 chilometri anche se entro all’interno delle montagne. La slitta si ferma in continuazione a causa delle rocce che fuoriescono dal ghiaccio. Su e giù delle immense dune di ghiaccio nascondono quello che mi attende davanti, scavalco anche alcuni passi alpini non difficili ma impegnativi con una slitta da trainare. Le nuvole coprono le cime più alte che si aggirano intorno a 300 metri, piatte lavorate da milioni d’anni dal vento...non esistono cime a punta nell'isola di Ellesmere. E’ pomeriggio inoltrato e sono veramente sfinito al punto tale di non poter assaporare emotivamente il fatto che la meta si sta avvicinando...non c'è la faccio proprio. Cammino con lo scopo unico di ritornare sul Pack sul mio elemento primario, il ghiaccio marino e una cosa strana da pensare ma mi sento più sicuro li che non sull'isola. Qualche volta incontro le tracce delle volpi artiche o dei caribù, del lupo bianco e dell'orso polare nulla. Sono le sei di sera, entro in un canalone dove scorre, durante il breve periodo estivo un torrente che poi sfocia sull'oceano. Devo fermarmi 5 minuti per recuperare un po’ di energia, realizzo che ho attraversato tutte le montagne e che mancano solamente 4 chilometri...la fatica viene sostenuta ancora una volta dalla felicità, ma questa felicità è solo per raggiungere il mio amato pack la banchisa. Riparto, una curva dopo l'altra in questo canion ghiacciato raggiungo finalmente la quota di 30 metri sono a 2 chilometri dall'oceano ed inizio ad intravedere i primi ice-.berg...vedo solo l'azzurro sgargiante il resto non lo distinguo a causa delle nuvole basse. 14 chilometri per il Polo Magnetico! Ultimo campo. Sono galvanizzato da questa mia “quasi certa” vittoria. 30 aprile ore 7:30 Il settimanale Terra condotto dal giornalista Toni Capuozzo mi chiama per la 7 puntata...dall'altra parte del telefono mi parla Sandro Provisionato. Sandro sono quasi arrivato!!!! mi mancano ancora poche ma la meta è quasi raggiunta. Parto ultimo giorno ultime fatiche ultimi attimi di vita polare, "in questo momento scrivo queste righe con le lacrime agli occhi ripensando a tutto il mio percorso a tutte le fatiche che ho sostenuto", 12 chilometri da percorrere...cammino e supero la parte iniziale di ghiaccio che si scontra contro l'isola ed è quella più difficile a causa delle possibili zone di acqua aperta. Il gps acceso ed attaccato allo stomaco tramite un nastro ha l’arduo compito di segnalare con precisione la rotta che sto seguendo ma soprattutto le coordinate esatte per raggiungere quel punto da me tanto inseguito. Mezzogiorno e mi trovo a 3 chilometri da lui. Mi guardo attorno camminando continuamente come fossi in preda ad uno stato di ipnosi e la sveglia si trova al Polo magnetico. Il punto è davanti a me non mi fermo mai, neanche per bere un pò d'acqua...niente. 13:30 mancano circa 300 metri sono in prossimità del magnetico nord. 13:52 ora canadese raggiungo il Polo Nord Magnetico da solo! Michele lo hai fatto! Una foto qualche ripresa.........monto la tenda e via a dormire. Come è strano non gioire dopo aver raggiunto un grande traguardo...quello che posso dire è che ancora in questo momento per me è difficile pensare a quello che ho portato a termine e ancora oggi penso alle mie 10 traversate polari alle mie 6 solitarie alle mie vittorie e alle mie sconfitte...e l'unica cosa che mi da la felicità è il pensare di ritornare sull’Oceano Artico la dove la natura decide se farti passare o fermarti per sempre. LISTA MATERIALI elenco Materiali ABBIGLIAMENTO - Cappello in Polaterc e lana - Passamontagna in lana - Calzamaglia in lana merino - Maglia in lana merino - Giacca in piumino - Salopette in piumino - Giacca in Goretex - Salopette in Goretex - Pantacollant intimi traspiranti - Calze in lana - Calze in seta - Moffole in piumino - Moffole in lana cotta - Guanti in polartec - Scarponi da spedizione Meindl MATERIALI TECNICI - Slitte Acapulka - Cinghie elastiche - Sacca porta materiali - GPS - Telefono satellitare - Bussola ottica - Bussola da tavolo - PLB - Mappe topografiche - Sacco a pelo HELSPORT (sintetico �“ 55) - Tappettini in poliuretano - Tappeto auto-gonfiabile - Tenda da spedizione - Chiodi - Pala pieghevole - Razzi di segnalazione - Viti da ghiaccio - Sci da spedizione - Attacchi - Racchette da sci - Pelli di foca - Fucile - Munizioni - Nastro americano - Piccozza - Kit di emergenza - Attrezzatura da riparazione - Occhiali da neve - Termometro - Forbici - Diario - Matite - Bandiere - Fornello MSR - Kit di riserva MSR - Accendini e fiammiferi - Thermos - Borraccia - Pentola per cibo - Mestolo MEDICINALI - Mal di testa - Mal di denti - Mal di orecchie - Mal di schiena - Febbre - Bronchite - Raffreddore - Sangue di naso - Crampi allo stomaco - Dolori alle ossa - Pressione alta - Pressione bassa - Trauma da distorsione - Tachicardia - Digestione bloccata - Ustioni e freddo - Oftalmia da neve - Congelamenti - Pelle finta per eventuali abrasioni - Nastro per bendaggi - Bende elastiche CIBO - Peronin (prima colazione) - Cioccolata - Frutta secca - Lardo - Carne secca - Pane disidratato - Zucchero in buste - The - Dry Tech - Caramelle gommose - Razioni d’emergenza per 5 giorni - Gavetta (bicchiere-posate) - Una confezione di dado il sito web dove trovate info, video e foto http://www.artiko.it/
  11. sul sito della tattical equipment (http://www.tacticalequipment.it/) è apparsa questa mimetica da quello che ho capito dovrebbe essere la stessa tactical equipment a produrre questa linea di vestiario anche perche il sito http://www.thewarriorspirit.it/ è sempre dello stesso negozio ho inviato una richiesta di info appena mi rispondono vi faccio sapere
  12. stregatto

    T-shape

    vorrei che tutti dessero un'occhio a questo manuale di gioco dove viene spiegato il T-SHAPE un modo alternativo per interpretare il soft air molto simile ai giochi che piacciono a noi ma molto più completi personalmente questo regolamento rispecchia molto la mia idea di soft air in definitiva non è nulla di realmente "nuovo" è un vero e proprio manuale che raccoglie tutto quello che si può fare durante un game scritto seguendo un senso logico in modo da poter "modellare" il game a proprio piacere inserendo varie opzioni di regolamento quindi partendo da una base aggiungendo poi dettagli, personaggi ecc.. http://www.softaircenter.com/tshape/manual.php?i=1 per concludere complimenti agli ideatori di questo bel manuale
  13. quante volte vi è capitato di prendere appunti sotto l'acqua senza riuscirsi? o di avere una penna che per il troppo freddo non scrive più? oppure che la carta unta e bisunta dalle nostre mani respinga l'inchiostro della nostra penna? questo è quello che fa per voi CARATTERISTICHE TECNICHE refil Fisher Space: scrive a temperature da -35° a oltre 120°, sott’acqua, su superfici sporche e oleose, dura 15 volte in più rispetto ad un normale refil non pressurizzato, può tracciare un riga continua di 14 km grazie al particolare inchiostro tixotropico, dalla consistenza semisolida che viene resa fluida dalla speciale sfera in tungsteno. Il refill Fisher è oggi disponibile in diversi colori con 3 spessori di scrittura: fine (0,5), medio (0,7) e broad (1,0). Inoltre in ogni blister è presente un piccolo adattatore che rende il refill Fisher compatibile con tutte le penne che montano refill tipo Parker®. LA SUA STORIA Il refill pressurizzato Fisher Space Pen fu inventato specificatamente per la NASA che negli anni '60 era alla ricerca di un'alternativa alla matita per poter consentire di scrivere anche in assenza di gravità. Le missioni spaziali erano infatti diventate di ordinaria amministrazione e la micropolvere di grafite generata dalle matite poteva rappresentare un rischio per i delicati e sofisticatissimi apparati di bordo. L'allora giovane Paul C. Fisher venne a sapere di questa ricerca e, visto che da tempo stava lavorando ad una cartuccia di inchiostro che non perdesse come quelle allora in circolazione, decise di investire le sue risorse in questa impresa. Il risultato fu un refill pressurizzato che era in grado di scrivere anche in assenza di gravità ma che, soprattutto, era in grado di sopportare le condizioni esrtreme dello spazio cosmico. Il particolare inchiostro tixotropico inventato da Fisher, con la consistenza semisolida di una gomma da masticare, veniva liquefatto dalla sfera in carburo di tungsteno montata sul puntale che agiva con un "effetto macina" che rendeva possibile scrivere. Di conseguenza l'inchiostro di Fisher era in grado di resistere a temperature estreme, da -35°C. fino ad oltre 120°C., scriveva sott'acqua e perfino su superfici sporche o oleose. Dopo innumerevoli test anche la NASA si convinse della superiorità di questo refill e da allora sia la Agenzia Spaziale americana e , successivamente, anche quella Russa, utilizzarono le penne con refill Fisher per tutti i voli in cui venivano utilizzati equipaggi umani. Una Fisher Space Pen era anche infilata nella tuta dei due astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin che per primi, il 20 luglio 1969, sbarcarono sulla Buna. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- RECENSIONE Ho finito di testare la fisher space pen e devo dire che è fenomenale! ho provato a scrivere su di un cartoncino immerso in bicchiere d'acqua e va senza problemi, lasciata a bagno per ore una volta tolta scrive tranquillamente, messa nel frigor e nel congelatore per più di 30 minuti e una volta fuori anche qui scrive senza problemi, ho provato pure a scaldarla col fono l'inchiosto non è colato e come al solito ha passato anche qu“ il test scrittura unico "difetto" sta nel fatto che a volte il tratto non è marcato come in condizioni normali ma comunque risulta tranquillamente leggibile in vendita da http://www.softair2000.com per ora hanno solo alcuni modelli di penne e molti refil di ricambio che posso essere comunque montati su qualsiasi penna della Fisher esistono refil a punta fine media o grossa in vari colori e vari modelli di spece pen tutto il resto lo potete trovare sul sito ufficiale http://www.spacepen.com
  14. da http://www.softairmania.it/forum/showthrea...894#post1158894 Gear Box: / Motor: / Magazine: 82 Rounds ( NOT Compatible with former M4 / M16 Series Magazines ) Length: 803-878mm Barrel Length: 364mm Weight: / Battery: Custom 8.4V 1300mAh Battery ( Not Included ) Muzzle Velocity: / Package Includes: Gun, Magazine, Manual, Battery to Charger Adapter Features: - New Generation AEG System with SHOOT & RECOIL Engine Ver.2 - Full Aluminum Construction with ABS Stock/Grip - Stops firing with empty magazine ( 82 Rds Spring Magazine only ), re-activate with bolt-release. - Spring Magazine with interchangeable 82 / 30 Rds Modes http://www.wgcshop.com/pcart/shopper.php?i...AEG-SMM4_srch_1 US$447.00 Marui 8.4V 1300mAh Battery for SOPMOD M4 Pre-Order US$46.00 http://www.wgcshop.com/pcart/shopper.php?i...1300SMM4_srch_1 Marui 82 / 30 Rds Magazine for SOPMOD M4 Pre-Order US$25.00 http://www.wgcshop.com/pcart/shopper.php?i...G-SMM482_srch_1 Marui 430 Rds Magazine for SOPMOD M4 Pre-Order US$38.00 http://www.wgcshop.com/pcart/shopper.php?i...-SMM4430_srch_1
  15. quante volte vi è capitato di prendere appunti sotto l'acqua senza riuscirsi? o di avere una penna che per il troppo freddo non scrive più? oppure che la carta unta e bisunta dalle nostre mani respinga l'inchiostro della nostra penna? questo è quello che fa per voi CARATTERISTICHE TECNICHE refil Fisher Space: scrive a temperature da -35° a oltre 120°, sott’acqua, su superfici sporche e oleose, dura 15 volte in più rispetto ad un normale refil non pressurizzato, può tracciare un riga continua di 14 km grazie al particolare inchiostro tixotropico, dalla consistenza semisolida che viene resa fluida dalla speciale sfera in tungsteno. Il refill Fisher è oggi disponibile in diversi colori con 3 spessori di scrittura: fine (0,5), medio (0,7) e broad (1,0). Inoltre in ogni blister è presente un piccolo adattatore che rende il refill Fisher compatibile con tutte le penne che montano refill tipo Parker®. LA SUA STORIA Il refill pressurizzato Fisher Space Pen fu inventato specificatamente per la NASA che negli anni '60 era alla ricerca di un'alternativa alla matita per poter consentire di scrivere anche in assenza di gravità. Le missioni spaziali erano infatti diventate di ordinaria amministrazione e la micropolvere di grafite generata dalle matite poteva rappresentare un rischio per i delicati e sofisticatissimi apparati di bordo. L'allora giovane Paul C. Fisher venne a sapere di questa ricerca e, visto che da tempo stava lavorando ad una cartuccia di inchiostro che non perdesse come quelle allora in circolazione, decise di investire le sue risorse in questa impresa. Il risultato fu un refill pressurizzato che era in grado di scrivere anche in assenza di gravità ma che, soprattutto, era in grado di sopportare le condizioni esrtreme dello spazio cosmico. Il particolare inchiostro tixotropico inventato da Fisher, con la consistenza semisolida di una gomma da masticare, veniva liquefatto dalla sfera in carburo di tungsteno montata sul puntale che agiva con un "effetto macina" che rendeva possibile scrivere. Di conseguenza l'inchiostro di Fisher era in grado di resistere a temperature estreme, da -35°C. fino ad oltre 120°C., scriveva sott'acqua e perfino su superfici sporche o oleose. Dopo innumerevoli test anche la NASA si convinse della superiorità di questo refill e da allora sia la Agenzia Spaziale americana e , successivamente, anche quella Russa, utilizzarono le penne con refill Fisher per tutti i voli in cui venivano utilizzati equipaggi umani. Una Fisher Space Pen era anche infilata nella tuta dei due astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin che per primi, il 20 luglio 1969, sbarcarono sulla Buna. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- in vendita quì http://www.winshop.biz/catalog4/product_in...products_id=144 o in qualsiasi cartoleria un po seria p.s.:questo refil è lo stesso che montano le penne tattiche dai costi spropositati che a noi servono poco a nulla come questa qui morale della favola basta comprare una penna decente da 10 euro e sostituire il refil così non avremo più problemi di penne che non scrivono
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