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stregatto

Michele Pontrandolfo

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apro un posto per far conoscore anche a voi questo esploratore italiano che in solitaria ha raggiunto il polo nordo magnetico trascinando 120 kg di materiale e sfidando il freddo con temperatura attorno ai -50 gradi

 

72_2.jpg

 

ecco la sua storia

 

Michele ha raggiunto il

Polo Nord Magnetico

arrivo alle ore 13:52 ora canadese

del 30 aprile 2009

rif. 1996

 

78° 35'42.00" Nord

 

104° 11'54.00" Ovest

 

primo italiano ad affrontarlo

in solitaria ed in autosufficenza

con gli sci

 

576 km

31 giorni di traversata

- 48 gradi C min.

- 21 gradi C max.

66 giorni di spedizione

1 orso polare

raffiche a 92 km/h di vento (Blizard)

04:00 sveglia

21:30 letto

max 37 km percorsi in un solo giorno

min 10 km percorsi in un solo giorno

110 kg il peso della slitta

 

 

 

 

RACCONTO

 

"..sono quasi le 23:00 ed ancora non riesco a dormire...perchè? La tendina si muove violentemente ed a tratti si blocca lasciando ascoltare un silenzio quasi tenebroso solamente per pochi secondi. Da dentro il sacco a pelo, cerco di scrutare lo schermo del barometro digitale che ho legato sulla parte superiore della tendina, ma lo schermo è completamente ghiacciato e non riesco a vedere la temperatura…penso: sicuramente è sotto i 35 gradi centigradi.

Con un bel po’ di fatica cerco di aprire il sacco a pelo e dalla piccola apertura esco con un braccio per prendere la bottiglia del brodo caldo, ma tutto il materiale che ho dentro il sacco ostacola questa mia operazione. All’interno faccio fatica a muovermi non perchè sia stretto ma perchè a causa delle batterie e di tutto l’abbigliamento che utilizzo durante la giornata, messo a riposare con me all'interno del sacco a pelo per asciugare i capi e tenere al caldo le batterie, danno entrambi questo fastidioso problema.

 

...sento dei rumori strani nascosti dal vento…Sembrano dei passi...SONO DEI PASSI! In pochi secondi esco dal mio guscio protettivo che Ë il caldo sacco a pelo; un brivido tremendo scuote tutto il mio corpo e inizio a tremare, sono seduto dentro la mia tendina e ora posso vedere il termometro...lo pulisco dal ghiaccio che ricopre lo schermo con le mani e si intravede sforzando la vista un - 41 gradi...mamma mia fa un freddo infernale. I passi si sentono molto bene, prendo il mio fucile a pompa Ramington...apro la tendina e del ghiaccio inizia ad entrare trasportato dal forte vento, fuori è chiaro pressappoco come in Italia durante il periodo invernale verso l’ora del tramonto 16:00 - 16:30...esco con la testa e mi guardo attorno…per qualche istante rimango senza respiro, vedo avanzare lui, il Re dell'Artico, possente e grande come una Fiat 500; Mi assale una tremenda indecisione...prendere la videocamera o tenere il fucile in mano?!...Ë troppo vicino, se mi attacca sono morto!...Si ferma a circa 20 - 25 metri dal mio campo; sono circondato da piccoli ice-berg e ruble (ghiaccio di pressione). Carico il fucile con un Benger Bear e mentre lo faccio l'orso decide di alzarsi in piedi.

Mio Dio è enorme!!! Misura almeno 3 metri di altezza, di meravigliosa altezza.

Sono emozionato, mai in 10 anni di spedizioni artiche avevo visto l'orso polare cosÏ vicino a me. Punto il fucile verso il cielo e sparo. Dopo circa tre secondi il fracasso dell'esplosione!! “BANG”. Un rimbombo che fa vibrare anche la mia tenda. L'orso impaurito scappa veloce come una lepre. Rimango qualche secondo a guardare il nulla, l'emozione di questo incontro blocca la mia ragione, ma dopo qualche istante ci pensa il vento gelido a risvegliare in me l'istinto della sopravvivenza. Rientro velocemente all’interno del mio guscio notturno ancora tiepido."

 

Venezia, inizio di marzo 2009.

 

Il mio amico Stefano mi ha accompagnato in aeroporto per prendere l'aereo che mi porterà oltre oceano, precisamente nel Canada Artico. Resolute Bay è la mia destinazione finale.

Resolute è un piccolo villaggio dove vivono circa 250 Inuit. Aziz "Ozzj" mi sta aspettando al suo South Camp Inn, un hotel costruito nel posto più inospitale della Terra.

Il South Camp e frequentato prevalentemente da esploratori polari; posso dire che Ë il punto di riferimento per chi decide di provare la forte emozione di conoscere l'Artico.

I costi sono elevatissimi: 285 dollari al giorno.

Alle 20:15 del 5 marzo arrivo al piccolo aeroporto di Resolute e Ozzy mi saluta con un forte abbraccio, ormai mi ha quasi adottato, sono l'unico italiano che per la terza volta lo va a trovare in pochi anni.

"Mighel !", non ho mai capito perchè mi chiama Mighel," How are you?....Hi Ozzy, I'm tired".

Carichiamo le slitte sul furgone e si parte verso l'hotel che dista circa 5 chilometri dall'aeroporto. Appena arrivato mi faccio dare la camera e dopo una calda doccia mi immergo nel sonno più lungo che potevo fare da 3 mesi a questa parte.

 

La mia spedizione ha come obiettivo il raggiungimento del Polo Nord Magnetico del 1996 è l'unico Polo Magnetico autentico e certificato da una spedizione scientifica canadese.

Partirò da Resolute Bay e dovrò percorrere poco meno di 600 chilometri con gli sci trainando una slitta dove al suo interno stiverò tutto l'occorrente per la mia sopravvivenza. Camminerò tutto l'intero percorso sopra l'acqua ghiacciata dell'Oceano Artico, pack o banchisa polare. Lo spessore del ghiaccio puù variare da pochi centimetri ad alcuni metri di spessore.

 

Sul fondo della slitta stivo 40 giorni di viveri (più aggiungo 4 pasti liofilizzati per un’eventuale emergenza) i quali faranno da base per il resto dei materiali; l'abbigliamento lo metto dentro un piccolo sacco mentre i 18 litri di benzina li divido in tre taniche di color rosso e le appoggio nella parte posteriore della slitta e per finire, sacco a pelo, materassini, attrezzature satellitari per la comunicazione e vari materiali che verranno usati durante la traversata. Il peso complessivo della slitta è di 196 libre, quasi 90 kg. In più dopo aver chiuso la slitta incastro tra le cinghie che comprimono il telo di protezione, il fucile dal peso di 5 kg, la tendina altri 3 kg e per finire gli sci e scarponi altri 5 kg; L'abbigliamento che utilizzo durante la marcia ne pesa 4 kg…Bè il totale del peso è poco incoraggiante, circa 110 kg da trainare per 40 giorni.

 

Dopo essermi allenamento per 20 giorni ed aver effettuato un ottimo ambientamento al freddo, finalmente parto da Resolute per tentare di raggiungere il Polo Nord Magnetico.

 

“...Sono le 3 del pomeriggio, il Sole è abbastanza alto sopra l'orizzonte ma ancora molto basso per poter riscaldare un pò il corpo.

Sto trainando la slitta da ormai 3 ore, ed il mio volto è coperto da uno spessore di ghiaccio. Faccio fatica a respirare perchè le narici del naso sono quasi interamente chiuse dalla formazione del ghiaccio. La slitta durante la marcia la sento molto pesante la traino con fatica e l’imbraco chiuso attorno al ventre, causa forti dolori addominali per i continui strattoni.

Mi guardo attorno girando la testa da una parte all’altra per rendermi conto di dove mi trovo per l'ennesima volta…solo io ed il ghiaccio a perdita d'occhio.

Mi trovo ancora nelle vicinanze del villaggio di Resolute e spesso incontro, incise sul ghiaccio, alcune tracce lasciate dal passaggio delle motoslitte dirette verso la Somerset Island, le seguo per qualche chilometro alleviando poco il dolore alla schiena e togliendo un pò di fatica.

 

Alla mia destra distante all'incirca 2 chilometri ho la costa dell'isola di Cornwalis dove si trova appunto il villaggio di Resolute e so che questa parte di isola me la porterò come punto di riferimento per molti giorni ancora. Gli Ice-berg che sto incontrando sono abbastanza grandi e sono perfettamente incastrati nel ghiaccio dell’oceano. Mi avvicino a loro con molta precauzione dato che si trovano nella stessa mia direzione di marcia.

Il colore da azzurro chiaro si trasforma in un blù intenso il quale riflettendo sul ghiaccio che si trova alla base dell'ice-berg trasforma l’ambiente in uno scenario meraviglioso.

 

Passano le ore ma i chilometri percorsi finora non sono molti, all’incirca 10. Decido di fermarmi alle 6 di sera per allestire il primo campo notturno. I miei movimenti per prendere l’equipaggiamento sono molto lenti. Le energie usate e consumate per trainare la slitta questo pomeriggio sono state tante e le ho quasi esaurite.

Monto la tendina e per secondo in ordine d’importanza il polar ring ovvero il recinto contro l'orso polare, lo uso come deterrente durante la notte per spaventare l’orso. Sistemo la slitta di fronte all'uscita della tendina e dopo circa 1 ora inizio a portare all’interno tutto quello che serve per la notte.

 

…Freddo fa molto freddo, indosso la giacca e la salopette in piuma per cercare di riscaldarmi all’interno della tendina. Il fornello acceso sta lavorando faticosamente per sciogliere il ghiaccio e trasformarlo in acqua. Apro una busta di cibo liofilizzato pregustando la cena che mi sto preparando, ma un odore nauseabondo quasi chimico esce dopo l’apertura.

Verso l'acqua calda dentro la busta ed immediatamente inizia a fermentare il cibo. Un'intenso mal odore mi fa capire che il prodotto non è più buono. cosa faccio? Devo uscire a prendere una nuova busta dalla slitta.

Esco dalla tendina e mentre apro la slitta il gelo più assoluto mi avvolge. Velocemente la richiudo e sistemo il nylon che la protegge, ma mentre rientro nella mia casa notturna, una brutta sorpresa mi sta attendendo...Il mio materassino è andato a finire sopra il fornello ed ora sta prendendo fuoco, le fiamme alte sfiorano le estremità del telo della tenda. Mi butto contro il fuoco e cerco in tutti i modi di sopprimerlo prima che prenda a fuoco anche la tendina, in tal caso sancirebbe la fine della mia spedizione.

Dopo aver spento le fiamme mi rendo conto che il materassino è inutilizzabile e assolutamente non posso dormire senza un isolamento tra il ghiaccio ed il mio sacco a pelo...Dopo tante energie consumate oggi, devo nuovamente rientrare a Resolute per sostituire in materassino. Ma devo farlo prima di notte.

 

Mangio di fretta per evitare ulteriori problemi, preparo un thermos di acqua calda, prendo il fucile e per finire chiudo la tendina.

 

Mai immaginavo che questo era solamente l'inizio di una serie di problemi fra i quali alcuni anche molto seri.

 

Dopo due giorni di stop a Resolute, a causa di una bufera, riparto con gli sci verso il mio primo campo ancora situato sulla banchisa polare a 10 chilometri dal villaggio.

Mi affligge un costante pensiero mentre progredisco sul pack è la speranza di ritrovare il campo ancora intatto e per fortuna al mio arrivo tutto è rimasto come avevo lasciato la sera dell'incendio.

 

Smonto la tenda velocemente e cerco di stivare tutto l'equipaggiamento dentro la slitta, dopo circa due ore alle 9 del mattino, sono nuovamente impegnato con tutte le mie forze fisiche a trainare la mia dolce metà...La slitta (Pulka).

 

“…Il mio busto inclinato in avanti, le gambe faticosamente tirano la Pulka per chilometri, uno dopo l'altro ma nello stesso tempo aumentano le difficoltà, in parte dovute al ghiaccio non buono ed in parte dovute alla rottura di molti materiali.

La pompa del fornello che mette sotto pressione la bombola che contiene il petrolio si è rotta.

Il Gps importantissimo per una spedizione verso il Polo Magnetico non acquisisce più i satelliti e cos“ facendo non riesco ad acquisire la mia posizione sull'Oceano Artico.

Oltre a questo serio inconveniente subentra un'ulteriore problema da risolvere che mai immaginavo, e questo è fisico!

Chiamo il mio manager e amico in Italia l'Avv Paolo Maran per informarlo di questi problemi tra cui il mio stato fisico.

 

- Ciao Paolo, sto perdo parecchio sangue da una parte del corpo delicata...sono un preoccupato non so realmente cosa fare...Paolo forse dovrò ritirarmi!?...lui cerca di confortarmi come può, ma sa che mi trovo in una situazione non facile...

 

- Michele oggi cerca di restare fermo e di capire come puoi sistemare il Gps…Io chiamo subito un mio amico medico per capire se il tuo problema e grave da ritiro o se è dovuto solamente all'enorme sforzo che hai fatto in questi giorni.

 

La giornata la passo a cercare di risolvere il problema del Gps...ma nulla di buono.

 

- Michele il dottore dice che sarebbe meglio rientrare e farsi controllare con cura perchè potrebbe peggiorare.

 

Chiamo Ozzj e gli racconto del grave problema. Dopo circa 3 ore arriva Nath un eschimese partito da Resolute con una motoslitta. Mi carica le slitte e ripartiamo alla volta del villaggio inuit.

Mi risulta difficile restare seduto sul sedile della motoslitta, ma lo sconforto per il momentaneo risultato e scorgere le tracce lasciate dalla mia slitta sul ghiaccio qualche giorno prima, non mi fanno percepire il dolore nella sua portata.

 

Momentaneamente la spedizione sembrerebbe finita ma dentro il mio cuore nasce un sentimento che va molto oltre l'orgoglio...Voglio ripartire, assolutamente!

 

Cambio il Gps, per una settimana seguo una cura di medicinali che in piccola parte tolgono l'infiammazione evitando anche la fuoriuscita copiosa di sangue, risistemo la slitta e parto solo sempre senza supporti esterni, nessun rifornimento durante la traversata e nessun deposito di viveri; in pura etica esplorativa “Green Spirit uno spirito verde” per l’ambiente pulito.

 

Mi sembra di avere la forza di 1000 uomini dentro il corpo...Traino la slitta anche per 14 ore al giorno, sono conscio di aver perso molti giorni per i problemi causati dai materiali e dal mio fisico e quindi devo recuperare il tempo "perso".

 

Alla mattina mi svegliavo alle 6 per terminare la giornata alle 7 di sera, ma non riuscivo a completare la tappa che avevo segnato come obbligatoria sulla mappa topografica, quindi decido di alzarmi alle 5 del mattino.

Dalla seconda partenza da Resolute sono passati ormai 9 giorni ed ora mi trovo a circa 150 chilometri dal villaggio eschimese quasi in pieno Oceano Artico. Il tempo meteo non è clemente, tutti i giorni soffia un forte vento da nord molto freddo e le zone di Ruble sono sempre più vaste e frequenti.

 

“…Oggi è nuvoloso, molto nuvoloso ma per fortuna il vento non soffia forte per il momento.

I colori sono uguali...Il cielo è grigio scuro e la banchisa assume lo stesso colore, all'orizzonte intravedo faticosamente alcuni ice-berg e alla mia sinistra distante una cinquantina di chilometri vedo la Bathrost Island. Le tracce di orso polare sono numerose e si spostano da una ice-berg all’altro, a zig zag. Sono orsi che stanno cercando del cibo, hanno fame e questi sono i più pericolosi. Se le impronte andassero dritte la cosa non mi darebbe fastidio perché in quel caso l’orso non è alla ricerca di cibo e quindi sarebbe meno pericoloso.

 

Sono dentro la tendina, il vento e fortissimo l'incognita è se partire o restare fermo. La sua direzione è la stessa che devo seguire per tutta la giornata, il che vorrebbe dire soffrire e rischiare seri congelamenti al volto.

Decido di restare fermo e di asciugare con il calore sprigionato dal fornello, una parte dei miei indumenti ancora ghiacciati.

La tenda si muove come in preda alle convulsioni più atroci, mai avevo provato un vento del genere rinchiuso in una tendina. Indosso velocemente la giacca in piuma metto sul volto la maschera per ripararmi dal vento nelle mani infilo i guanti di foca e gli scarponi. Esco per cercare di costruire un muro di ghiaccio come protezione.

Il vento è fortissimo quasi al punto di reggere il mio peso quando cerco di buttarmi a terra.

Dopo aver costruito una piccola protezione per la notte, chiamo il centro meteo canadese per aver notizie su questo vento, loro mi assicurano che sarà una cosa passeggera ma molto violenta sopratutto durante la notte dove le raffiche del blizard potranno raggiungere anche i 110 km/h.

Dopo ripetute uscite dalla tenda mi rendo conto di averla quasi interamente coperta con il ghiaccio.

La notte passa e sono ancora intatto!

 

Dopo questa sosta forzata causa il tempo avverso, i viveri che avevo portato con me calcolati in solo 4 giorni di emergenza, ora me ne restano solamente per 3 giorni di stop forzato.

 

...freddo, freddo molto freddo è insopportabile, il mio volto e tumefatto dal ghiaccio, dalle labbra scende qualche goccia di sangue che in pochi secondi si ghiaccia...Penso a tutta la mia vita alla mia famiglia a mia madre sola a casa che mi aspetta, come sempre, ma la slitta mi blocca di colpo! Mi giro verso lei con aria minacciosa…"BASTA....HAI FINITO DI BLOCCARMI IN QUESTO MODO? BASTA!!!"...Sono pazzo? Cosa mi succede?...La stanchezza fa brutti scherzi!! Guardo il Gps sono le quattro e mezza del pomeriggio ho fatto quasi 28 chilometri, sono felice ma allo stesso tempo sento che le gambe reggono il mio corpo con molta fatica. Prendo la slitta e la disincastro dal ghiaccio...Lei si avvicina quasi a chiedermi scusa, la guardo con un occhio fraterno "dai che ripartiamo", ma pochi metri dopo il più devastante di tutti i problemi, l'attacco dello sci destro si rompe.

Un brivido di nervoso acuto scuote tutto il corpo...Il mio cervello quasi impazzisce...Cosa faccio? Come procedo? Come lo sistemo? Come traino la pulka?

 

...Ero entusiasta del chilometraggio percorso mancavano ancora più di due ore alla fine della giornata e questo voleva dire superare i 30 chilometri.

 

Rimango fermo qualche istante per calmare il nervoso che stava prendendo il sopravvento...

 

Michele tranquillo....ragioniamo che sicuramente troveremo una via di uscita a questo inconveniente. Tolgo lo sci destro il sinistro c'è l'ho a due metri da me. Li lego attorno alla slitta e decido di sistemarlo quando ho finito la giornata.

Cammino ma la fatica e disumana, sprofondo con i piedi ad ogni passo, l'umidità ghiacciata che si deposita di notte sulla banchisa polare ha fatto uno spessore di quasi un metro in alcuni punti e senza sci e praticamente impossibile progredire regolarmente.

Dopo un'ora e mezza mi fermo esausto. il Gps segna 30,8 quasi 31 chilometri...ma sono molto infelice mi rimangono poco più di 200 chilometri per raggiungere il Polo Nord magnetico e non posso farli tutti a piedi, è impossibile.

Chiamo mia sorella Federica e gli spiego l'ennesimo problema cercando da lei un po’ di sostegno morale. Trattengo le lacrime a fatica quando sento la sua voce.

Alle nove di sera senza aver preparato ancora la cena riesco a terminare il lavoro fissando l'attacco con un cordino in kevlar allo sci. l'umore cambia ma cambia anche la sveglia dalle 5 passa alle 4 del mattino.

 

Parto zoppicando e questo sarà il mio camminare fino alla fine del percorso.

 

Le pelli di foca sintetiche incollate sotto la suoletta degli sci, sono in alcuni punti consumate e spesso cado a terra per poca aderenza sul ghiaccio, ma la forza d'animo mi fa andare avanti come una locomotiva. 37 sono i chilometri percorsi oggi, ho recuperato quelli di ieri...sono felicissimo, una distanza del genere sull'Oceano Artico nelle condizioni disastrose in cui è, è una grande meta. Durante i giorni a seguire i chilometri variavano tra i 30 ed i 34 giornalieri.

 

Sento l'arrivo del Polo magnetico mi mancano 4 giorni e l'entusiasmo cresce giorno dopo giorno.

 

“…Solo, Solo, Solo...Michele ma ti rendi conto di essere solo?...ma forse non mi rendo conto al 100% e credo sia anche meglio cos“!...ma sei sicuro che sia meglio cos“?...guarda ne riparleremo al mio arrivo sai?...ora sono concentrato qui!!!!

Parlo con me stesso mi auto interrogo sulla mia reale capacita di restare “solo con me stesso” in situazioni dove una persona normale potrebbe farsi impadronire dal panico più assoluto, ma la domanda aspetta ancora una risposta.

 

Spesso prego durante la giornata e in parte grazie anche a questo, supero molte difficoltà e poi ho il mio vero secondo compagno...il cappello degli alpini che ormai mi segue in tutte le avventure...l'8° Reggimento Alpini, Brigata Julia e credo anche che nell'aria ci siano molti soldati, li con me a proteggere la mia vita ed il mio campo notturno...questo penso.

 

Tra un giorno arrivo vicino l'isola di Isaksen dove si trova il Polo Nord Magnetico...la felicità è alle stelle...Una piccola isola mi divide dal Polo, mancano 46 chilometri....Ti rendi conto mancano solamente 46 chilometri! Preparo il penultimo campo, il tempo non è clemente neanche oggi perché, ma non importa l'adrenalina che scorre dentro le vene mi fa superare quasi tutto. Il ghiaccio dell’oceano è ancora buono, anche se nei giorni passati ho attraversato una zona molto pericolosa di ghiaccio nuovo “fresco”, appena passavo con la slitta subito dopo si vedeva la traccia nera e leggermente bagnata. Credetemi non è un bel trainare quando sai che il ghiaccio potrebbe rompersi da un istante all’altro.

Ma una evento molto simpatico mi accompagnava durante quei momenti di tensione.

In lontananza vedevo le foche prendere ossigeno ovvero alcuni punti della banchisa erano aperti e loro uscivano con tutto il corpo sul ghiaccio ma appena mi vedevano si rituffavano dentro l'acqua gelida dell'oceano.

Avvicinandomi potevo vedere i buchi con un’apertura di poco più di un metro da dove uscivano le foche. Guardare dentro il buco è una cosa impressionante, nero il nero più assoluto...un nodo mi prende la gola...sapevo di camminare sull'oceano ma mai avevo sentito questo sentimento di impotenza...bastava un attimo per sprofondare e non uscirne più.

Come un bambino infilo il bastoncino che trattengo con la mano (130 centimetri) dentro il buco per cercare di toccare il fondo, conscio del fatto che nel punto in cui mi trovo la profondità dell’oceano raggiunge oltre 1000 metri, 1000 metri!

 

29 aprile, decido di entrare dentro l'isola che si trova di fronte a me la banchisa è in condizioni pessime e incontrerei parecchie difficoltà nella progressione.

Oggi devo assolutamente percorrere 34 chilometri anche se entro all’interno delle montagne.

 

La slitta si ferma in continuazione a causa delle rocce che fuoriescono dal ghiaccio. Su e giù delle immense dune di ghiaccio nascondono quello che mi attende davanti, scavalco anche alcuni passi alpini non difficili ma impegnativi con una slitta da trainare. Le nuvole coprono le cime più alte che si aggirano intorno a 300 metri, piatte lavorate da milioni d’anni dal vento...non esistono cime a punta nell'isola di Ellesmere.

E’ pomeriggio inoltrato e sono veramente sfinito al punto tale di non poter assaporare emotivamente il fatto che la meta si sta avvicinando...non c'è la faccio proprio. Cammino con lo scopo unico di ritornare sul Pack sul mio elemento primario, il ghiaccio marino e una cosa strana da pensare ma mi sento più sicuro li che non sull'isola. Qualche volta incontro le tracce delle volpi artiche o dei caribù, del lupo bianco e dell'orso polare nulla.

 

Sono le sei di sera, entro in un canalone dove scorre, durante il breve periodo estivo un torrente che poi sfocia sull'oceano.

Devo fermarmi 5 minuti per recuperare un po’ di energia, realizzo che ho attraversato tutte le montagne e che mancano solamente 4 chilometri...la fatica viene sostenuta ancora una volta dalla felicità, ma questa felicità è solo per raggiungere il mio amato pack la banchisa.

Riparto, una curva dopo l'altra in questo canion ghiacciato raggiungo finalmente la quota di 30 metri sono a 2 chilometri dall'oceano ed inizio ad intravedere i primi ice-.berg...vedo solo l'azzurro sgargiante il resto non lo distinguo a causa delle nuvole basse.

 

14 chilometri per il Polo Magnetico!

 

Ultimo campo. Sono galvanizzato da questa mia “quasi certa” vittoria.

 

30 aprile ore 7:30 Il settimanale Terra condotto dal giornalista Toni Capuozzo mi chiama per la 7 puntata...dall'altra parte del telefono mi parla Sandro Provisionato.

Sandro sono quasi arrivato!!!! mi mancano ancora poche ma la meta è quasi raggiunta.

 

Parto ultimo giorno ultime fatiche ultimi attimi di vita polare, "in questo momento scrivo queste righe con le lacrime agli occhi ripensando a tutto il mio percorso a tutte le fatiche che ho sostenuto", 12 chilometri da percorrere...cammino e supero la parte iniziale di ghiaccio che si scontra contro l'isola ed è quella più difficile a causa delle possibili zone di acqua aperta. Il gps acceso ed attaccato allo stomaco tramite un nastro ha l’arduo compito di segnalare con precisione la rotta che sto seguendo ma soprattutto le coordinate esatte per raggiungere quel punto da me tanto inseguito.

 

Mezzogiorno e mi trovo a 3 chilometri da lui. Mi guardo attorno camminando continuamente come fossi in preda ad uno stato di ipnosi e la sveglia si trova al Polo magnetico. Il punto è davanti a me non mi fermo mai, neanche per bere un pò d'acqua...niente.

 

13:30 mancano circa 300 metri sono in prossimità del magnetico nord.

13:52 ora canadese raggiungo il Polo Nord Magnetico da solo!

 

Michele lo hai fatto!

 

Una foto qualche ripresa.........monto la tenda e via a dormire.

 

 

Come è strano non gioire dopo aver raggiunto un grande traguardo...quello che posso dire è che ancora in questo momento per me è difficile pensare a quello che ho portato a termine e ancora oggi penso alle mie 10 traversate polari alle mie 6 solitarie alle mie vittorie e alle mie sconfitte...e l'unica cosa che mi da la felicità è il pensare di ritornare sull’Oceano Artico la dove la natura decide se farti passare o fermarti per sempre.

 

 

LISTA MATERIALI

 

elenco

 

Materiali

ABBIGLIAMENTO

 

- Cappello in Polaterc e lana

- Passamontagna in lana

- Calzamaglia in lana merino

- Maglia in lana merino

- Giacca in piumino

- Salopette in piumino

- Giacca in Goretex

- Salopette in Goretex

- Pantacollant intimi traspiranti

- Calze in lana

- Calze in seta

- Moffole in piumino

- Moffole in lana cotta

- Guanti in polartec

- Scarponi da spedizione Meindl

 

MATERIALI TECNICI

 

- Slitte Acapulka

- Cinghie elastiche

- Sacca porta materiali

- GPS

- Telefono satellitare

- Bussola ottica

- Bussola da tavolo

- PLB

- Mappe topografiche

- Sacco a pelo HELSPORT (sintetico �“ 55)

- Tappettini in poliuretano

- Tappeto auto-gonfiabile

- Tenda da spedizione

- Chiodi

- Pala pieghevole

- Razzi di segnalazione

- Viti da ghiaccio

- Sci da spedizione

- Attacchi

- Racchette da sci

- Pelli di foca

- Fucile

- Munizioni

- Nastro americano

- Piccozza

- Kit di emergenza

- Attrezzatura da riparazione

- Occhiali da neve

- Termometro

- Forbici

- Diario

- Matite

- Bandiere

- Fornello MSR

- Kit di riserva MSR

- Accendini e fiammiferi

- Thermos

- Borraccia

- Pentola per cibo

- Mestolo

 

MEDICINALI

 

- Mal di testa

- Mal di denti

- Mal di orecchie

- Mal di schiena

- Febbre

- Bronchite

- Raffreddore

- Sangue di naso

- Crampi allo stomaco

- Dolori alle ossa

- Pressione alta

- Pressione bassa

- Trauma da distorsione

- Tachicardia

- Digestione bloccata

- Ustioni e freddo

- Oftalmia da neve

- Congelamenti

- Pelle finta per eventuali abrasioni

- Nastro per bendaggi

- Bende elastiche

 

CIBO

 

- Peronin (prima colazione)

- Cioccolata

- Frutta secca

- Lardo

- Carne secca

- Pane disidratato

- Zucchero in buste

- The

- Dry Tech

- Caramelle gommose

- Razioni d’emergenza per 5 giorni

- Gavetta (bicchiere-posate)

- Una confezione di dado

 

il sito web dove trovate info, video e foto http://www.artiko.it/

Edited by stregatto

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