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Rozzilla

[14/15 Maggio 2011] Viscontea 2011 - Valbrona

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Come è stata la prova medica, sintomi a voce o scritti

 

Le foto in corsa, sono della "marcia commando"?

Edited by McMirko

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Ciao Mirko!

La prova medica, fortunatamente, non è stata complicata e provo a riassumerla in breve.

I sintomi ci sono sati spiegati a voce, ovvero: soggetto che ha perso i sensi e che ha smesso di respirare.

Abbiamo fatto qualche domanda tipo: " ha subito traumi? E' caduto? "

Ci è stato risposto: "Si, anche"

A quel punto, visto che il soggetto era già in posizione buona per procedere alla rianimazione, Agno ha controllato la pervietà delle vie aeree e abbiamo iniziato la procedura ( a dire il vero andavo un pò lento :) )

Dopo aver rianimato il soggetto, ci è stata svelata la rottura della tibia e ci è stato chiesto quale strumento utilizzare per riuscire a muovere il soggetto tenendo steccata la parte ferita.

Fortunatamente abbiamo risposto correttamente, ovvero che avremmo steccato l'intera gamba altrimenti, steccare solo la parte bassa, non avrebbe garantito l'immobilità dell'arto.

Abbiam preso 75 su 100 e direi che, per il nostro grado di preparazione, è stato un buon punteggio.

 

La corsa invece era una delle tante prove sostenute, precisamente la seconda.

L'aver piazzato una corsa all'inizio della gara è stata una difficoltà non da poco perchè in breve tempo ci siam ritrovati sudati e stanchi.

Io avevo ancora un pò di raffreddore e avevo anche dormito male... ho fatto una gran fatica perchè non riuscivo a respirare e non avevo una gran riserva di energie.

Comunque è andata bene, abbiam fatto 1,6 Km di corsa ( forse 1,2 ) equipaggiati e senza mai fermarci.

 

Vorrei scrivere un debriefing ma in questo periodo il tempo è davvero tiranno, argh!

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E’ stata davvero una lunga esperienza quella che abbiamo vissuto a Valbrona il 13, 14 e 15 Maggio.

La 26° edizione della gara militare di pattuglia internazionale “Viscontea 2011” è stata un’ottima occasione per mettersi alla prova e per osservare un po’ quel mondo così lontano ma anche così vicino, che è il mondo militare.

L’approccio è stato molto strano e ci sono volute alcune ore per riuscire ad ambientarsi.

Avevamo a che fare con ragazzi validi e preparati provenienti da diversi corpi militari italiani: artiglieri, alpini, lagunari, paracadutisti, ecc…

Non sapevamo se, presentandoci come squadra di softair, avremmo stimolato critiche o curiosità ma, ad ogni modo, ci siamo iscritti.

Abbiamo confermato la nostra presenza direttamente presso il tendone comando ( allestito vicino al campo sportivo di Valbrona ) alle 14:30 di venerdì 13 Maggio.

Il banco iscrizioni era attivo da soli 30 minuti e noi eravamo la terza squadra presente sul posto.

Prima di noi una pattuglia di paracadutisti in servizio attivo e una squadra di Austriaci, anch’essi in servizio.

Eravamo un po’ in imbarazzo in quanto non sapevamo se la prestare la massima formalità nel saluto e nell’approccio o se potevamo restare più rilassati.

Il fatto che non eravamo vestiti in uniforme operativa bensì in abiti civili ( divisa associativa ) ci ha tolto ogni dubbio e ci siamo presentati in maniera educata ma senza applicare il codice militare.

Paghiamo una cifra molto bassa rispetto a quelle a cui siamo abituati per partecipare ai tornei di softair e scopriamo con grande piacere che, all’interno della quota, è contemplata anche la cena sociale.

Dobbiamo solo pagare 20 euro a persona aggiuntive per le 2 notti di alloggio in accantonamento ( palestra comunale ).

Paghiamo molto volentieri in quanto solitamente dormiamo sulla terra o, se va bene, in case abbandonate quindi avere a disposizione un ambiente pulito, con i bagni, le docce e l’acqua calda ci fa sembrare di essere al Grand Hotel.

Svolte le formalità in presenza del Cap. Pirani ci dirigiamo in palestra e prendiamo posto.

L’appuntamento successivo è davanti al municipio alle ore 18:00 per lo svolgimento dell’alzabandiera, cerimonia che segnerà l’inizio della manifestazione.

Siamo molto in anticipo e quindi ne approfittiamo per riposare un po’.

Non faccio in tempo a chiudere gli occhi che, dall’altra parte della palestra, la squadra che si era iscritta prima di noi inizia a parlare sotto voce.

Tendo l’orecchio incuriosito:

“Se sono le 4 del pomeriggio e vuoi sapere dov’è il nord prendi la lancetta dell’orologio e la punti verso...” e ancora “Se mischi il palmitato di sodio con il sapone dei piatti ottieni…” e dopo “La lunghezza d’onda delle frequenze UHF, in relazione alle VHF…”

Ok, faremo una figuraccia! Ho pensato io.

Non sapevo nulla di quello che stavano dicendo loro e, come me, erano stupiti anche Muggio ed Agno.

Ma non sarà mica questo a fermare la nostra curiosità! Noi parteciperemo e faremo del nostro meglio.

Alle 17:30 eravamo pronti, in divisa da combattimento senz’armi.

Dopo aver scattato qualche foto seguiamo le altre squadre fino al municipio.

Un po’ straniti ci uniamo al folto gruppo di partecipanti e capiamo subito che l’atmosfera è davvero unica.

Tutti hanno qualcosa in comune da condividere, e lo fanno in maniera molto disinvolta e naturale.

Non ci sono formalità e tutti hanno il sorriso sulle labbra.

Apprendiamo poi che non tutte le squadre presenti sono in servizio attivo ma solamente tre.

Le altre sono tutte squadre di ex-militari, ora riservisti, che non hanno mai abbandonato la loro passione per il loro corpo d’appartenenza.

Mentre ci rilassavamo un attimo, una voce ci dice di schierarci.

La mischia informe di persone in divisa diventa, in men che non si dica, una compagnia schierata e attenta al prossimo comando che verrà impartito dal Capitano.

Saluto, alzabandiera e inno nazionale.

Al “rompete le righe” quasi non credevo di aver partecipato nuovamente ad un’esperienza di questo genere, era dai tempi del militare che non facevo nulla del genere.

Non posso certo dire che mi sia dispiaciuto, anzi, forse l’inno nazionale ha acquistato un valore in più rispetto a quello solitamente cantato davanti alla squadra di calcio tricolore.

Sono le 18:15 e siamo liberi per la cena.

Chiediamo ad una squadra che era lì vicino a noi e ci consiglia una pizzeria lì vicino.

Non passa molto tempo prima di intuire che quella era l’unica pizzeria in zona e quindi, nel giro di 30 minuti, la ritroviamo completamente affollata di clienti “vegetati”.

Alle ore 20:00 ha luogo, nel municipio di Valbrona, gentilmente aperto dal sindaco in persona, il de briefing tenuto dal Cap. Pirani in presenza di tutte le squadre partecipanti.

Non ci vengono date molte informazioni in realtà ma quelle poche che sappiamo risulteranno poi molto importanti per capire che il tragitto che faremmo sarà decisamente molto lungo ed articolato.

Lo conferma la cartina che ci viene fornita.

E’ una cartina in scala 1:10.000 che ha la particolarità di essere lunga circa 1 metro!

Ci viene dato l’ordine e l’orario di partenza, assegnato in numero di squadra e consegnato il bracciale che il Team Leader dovrà tenere sul braccio durante l’evento.

Ci viene inoltre spiegato il meccanismo di assegnazione del punteggio e ci viene consegnato un foglio arancione che dovremo presentare dopo ogni prova per segnare il tempo e i punti recuperati.

Nel finale, invece di andare di corsa a dormire ci siamo soffermati ad osservare l’arma con cui, la mattina seguente, avremmo tenuto la prova a fuoco.

Il titolare del poligono l’aveva portata al briefing così che, chiunque avesse voluto, avrebbe potuto imbracciare l’arma e familiarizzare con essa o meglio con esso… si trattava infatti di un fucile a pompa con cui viene automatico pensare a “Terminator” che sfreccia e spara veloce a cavallo della sua Harley Davidson ricaricando con una mano sola. :-D

Dopo questo briefing ci sentiamo più sicuri circa molte prove ma ancora più sperduti circa molte altre.

Rientriamo in palestra chiedendoci: “ma come si fa ad allestire un campo minato? Ci sono regole?” La risposta è sempre la stessa: “Boh! Noi facciamo quello che sappiamo, del resto è la nostra prima esperienza!”.

Prima di andare a dormire ci chiudiamo in una stanzetta isolata dove ripassiamo con la penna rossa tutti i sentieri segnati sulla cartina, tagliamo i bordi bianchi inutili, la pieghiamo in 4 parti e la facciamo entrare perfettamente in una cartelletta di plastica in formato A3.

Rientriamo in palestra e cerchiamo di riposare accompagnati da un gran concerto tenuto dall’orchestra filarmonica dei dormienti russanti.

Fortunatamente non ho mai sofferto il russare altrui ma quelle notte c’era ben altro in agguato.

Era una settimana che ero ampiamente raffreddato e dormire sul materassino non ha certo giovato alla mia salute, ho trascorso infatti la notte senza ricordarmi di aver dormito.

Non era un buon inizio.

La partenza della squadra n°6, ovvero la nostra squadra, era stata fissata per le 7:00.

Alle 6 mi ritrovo nel bagno della palestra e mi affiorano alla mente i risvegli passati al 157° RGT Liguria, durante il servizio di leva.

Era quasi uguale, solo eravamo tutti un po’ più cresciuti.

L’odore dei bagni era però identico ed inconfondibile: un misto di odore di merda, dopobarba e dentifricio che non può essere confuso con ogni altro odore al mondo.

E’ stato divertente.

Alle 7:00 in punto siamo al tendone comando e notiamo che, a causa di alcuni problemi con il pulmino di trasbordo, nessuna delle squadre è ancora partita.

Guardiamo un po’ gli altri e scopriamo che il clima è ancora informale ma è sicuramente un po’ più teso.

Veniamo trasportati al poligono grazie alle macchine della croce rossa.

Non appena arrivati sul posto notiamo un cartello che indica la posizione del prossimo obiettivo così, durante l’attesa, guardiamo quale sia la strada per raggiungerlo ( la posizione del poligono l’avevamo già individuata il giorno precedente ).

Tutta la navigazione doveva essere svolta senza l’uso del gps ma non è stato difficilie in quanto i sentieri erano ben segnati sulla carta.

Squadra n°6!

Ci chiamano.

Passiamo sotto una buia galleria lunga circa 50 metri e sbuchiamo dall’altro lato, all’interno della cava.

La competizione è cominciata e lo si nota dall’atteggiamento di tutti.

L’atmosfera non è più rilassata e siamo tenuti ad osservare le formalità militari.

Ci avviciniamo al tendone comando con la posizione che avevamo già accordato ( Chiaro – Agno - Muggio ) e, in quanto TL, do l’attenti alla squadra e porto la mano tesa al cappello per presentare la squadra: “Squadra n°6 a rapporto signore!”

“Bene, datemi il foglio arancione e attendete il turno per la prova”.

La prova consisteva nello sparare 5 colpi a testa, poi dovevamo minare una rampa missilistica e poi sparare altri 5 colpi a testa.

Anche se non abbiamo colpito tutti i bersagli non possiamo certo dire che la prova sia andata male, anzi.

Dobbiamo considerare che non spariamo certo tutti io giorni quindi ci siamo ritenuti soddisfatti.

Anche la prova di minamento è andata bene, abbiamo posto una carica sotto una rampa missilistica, collegato i cavi e tirato la rocchetta fino a dietro un dosso di terra che ci riparava dall’esplosione ( simulata ).

Contenti di aver superato in maniera decente la prima prova corriamo verso l’ufficiale responsabile e, dopo l’ennesimo saluto ci viene richiesto di mostrare se abbiamo tutto il materiale richiesto ( cerata, bussola, borraccia, ecc… ), ovviamente noi ne avevamo molto di più… come al solito! :-D

Ci viene inoltre richiesto poi di saltare sul posto per una prova “rumore”.

Con passo spedito ci rivolgiamo verso la seconda prova.

Durante le salite inizio già ad accusare i primi colpi di fatica.

La notte insonne ed il raffreddore mi impedivano di respirare e di recuperare dal corpo le energie sufficienti per mantenere un ritmo costante.

Non è questo certo il modo migliore per iniziare.

Devo tener duro e lo faccio in silenzio fino al momento in cui mi trovo a dover affrontare la seconda prova ovvero 1,6 Km di lungolago da affrontare di corsa.

Cerco di non pensare alla fatica mentre, passo dopo passo, sento il respiro venire meno.

Muggio e Agno mi precedono cercando di incoraggiarmi.

Fortunatamente non cedo proprio molto terreno e questo mi da la grinta per resistere.

L’arrivo non arriva mai e sento che la fatica inizia ad essere più forte della mente.

Ogni cinquanta metri spero di vedere in lontananza l’arrivo ma nulla, questo tragitto sembra non finire mai.

I miei compagni sono circa quindici metri prima di me e io non voglio rallentare per non compromettere il risultato ma le energie stanno finendo, ho bisogno di rallentare.

Con il poco fiato che avevo cerco di richiamare l’attenzione della squadra ma proprio mentre confesso di non farcela più, Muggio annuncia di avere in vista il traguardo!

Gli ultimi 100 m sono durati un’eternità ma finalmente arrivo sul posto anch’io.

Non so quanti punti abbiamo totalizzato mantenendo quella velocità ma anche questa seconda prova sembra sia andata discretamente bene.

In questo check point non sono proprio in grado di espletare le formalità militari ma il responsabile è comprensivo e ci consegna le nuove coordinate senza batter ciglio.

Il sentiero si inerpica con una pendenza impressionante e non è facile affrontarlo dopo la corsa ma devo farlo, devo riuscirci.

Non ci penso e tiro dritto aiutandomi con le mani e sgranocchiando del cioccolato stando attendo a non ingozzarmi.

Scopriamo che noi eravamo la prima squadra che faceva quel sentiero in quanto le 5 squadra precedenti non erano state indirizzate e hanno scelto la strada attraverso il paese.

E’ una strada asfaltata e in piano, la stessa che avremmo scelto anche se noi se avessimo potuto.

Questo fattore ci disturba un po’ ma andiamo avanti sperando che, quando saranno tirate le somme, verrà tenuto conto.

Ma l’importante è che, finalmente, arriviamo all’appuntamento con la prova successiva, una prova chimica.

Pochi giorni prima avevo letto qualche informazione sulla creazione di una bomba Molotov e del Napalm ma avevo informazioni frammentarie e non sapevo se mi sarebbero state utili.

All’ingresso della prova leggiamo il regolamento che annuncia:

Creazione di molotov: 50 punti

Creazione di napalm: 100 punti

Ci sentiamo tutti già vincenti.

Andiamo al banco contenente tutti gli elementi chimici e vediamo che davanti a noi abbiamo della benzina, del gasolio, del detersivo per i piatti, del sapone e altri elementi facilmente recuperabili nella vita quotidiana.

Abbandono immediatamente l’idea del Napalm e dichiaro di voler costruire una Molotov.

Tragedia!

Non mi ricordo bene il procedimento e vedo già la scheda macchiata di un bel “0 punti” ma fortunatamente veniamo un pò aiutati e completiamo la prova.

Ero talmente confuso da non aver neanche capito che il materiale che stavo usando era acqua e non vera benzina.

Ve beh, certo non puntavamo a fare bene la prova chimica e quindi mi sembra già un grande risultato l’aver recuperato qualche punto.

Riprendiamo la lunga marcia verso la coordinata successiva.

La prova che incontriamo era, in realtà, un doppia prova.

Io mi occupo personalmente di una test di lingue straniere rispondendo in Inglese ad alcune domande ( se avessi saputo il russo o l’arabo avrei guadagnato molti più punti ) mentre Agno e Muggio perquisiscono un terrorista.

La prova va bene.

Agno e Muggio trovano tutti e 5 gli elementi da recuperare addosso al terrorista tra cui le cartina del paese che da lì a poco avremmo attraversato.

Segnamo il punto dell’obiettivo successivo e ci rimettiamo in marcia.

Attraversiamo un paese in pieno centro destando la curiosità dei passanti ma non abbiamo tempo per fermarci a dare spiegazioni e quindi tiriamo dritto per la nostra strada.

Non pensavamo che avremmo raccolto così tanti consensi dalla popolazione che ci salutava e rideva con noi.

Dopo un lungo cammino arriviamo all’obiettivo curiosi di sapere cosa ci aspetterà.

Dopo pochi minuti siamo già informati su tutto.

Dobbiamo effettuare una recon ad un campo base nemico.

In realtà i tempi dedicati ad una recon sono molto stretti in quanto abbiamo solo 15 minuti per raggiungere il campo nemico, fotografarlo ed esfiltrare.

Dopo una lunga attesa utile a rifocillarci e a riposarci veniamo chiamati all’azione.

Siamo abituati, nei nostri game, ad affrontare la recon in modo molto lento e questo ci penalizza in quanto riusciamo a fotografare gli uomini, i mezzi, la disposizione delle tende, le due rampe missilistiche e gli RPG ma arriviamo all’esfiltrazione con poco più di un minuto di ritardo.

Prendiamo quindi solo 75 dei 100 punti riservati a questa prova.

Salutiamo calorosamente il responsabile di questa prova, il mitico Gianni che è felice di vederci ma che non può far altro che annotare la nostra esfiltrazione ritardataria.

Una volta segnato il punto GPS sulla cartina vediamo che è proprio dove è eretta la chiesetta in onore alla Madonna del Ghisallo.

Una metà molto famosa per tutti ma, particolarmente, per tutti gli amanti del ciclismo.

In questa piccola chiesetta sono contenute le biciclette di Coppi e Bartali, sono ricordati tutti i ciclisti caduti durante le gare e tutte le personalità che hanno tanto amato uno sport faticoso come il ciclismo.

Sul fianco della chiesetta, ci viene consegnato un foglio con alcuni quesiti relativi all’energia elettrica, alle resistenze, ai finali per la radiofrequenza, alla lunghezza delle antenne, ecc...

Con grande stupore rispondiamo bene a tutte le domande e passiamo quindi alla prova pratica: montare e rismontare una radio da campo.

Non abbiamo difficoltà.

Ringraziamo e annotiamo sul taccuino il punto successivo.

Dopo circa 30/40 minuti di cammino arriviamo ad affrontare una prova molto simpatica, il ponte tibetano.

Non è una prova difficile e non richiede particolare abilità.

Lo affrontiamo in maniera molto disinvolta parlando con i presenti sotto gli occhi di alcuni bambini che, scommetterei, stavano aspettando che qualcuno cascasse nell’acqua verde di quel laghetto stagnante.

Piccole pesti! 

Divertiti dall’esperienza quasi ci dimentichiamo di annotare il punto succesivo ma poi, torniamo in noi e riprendiamo la marcia in maniera seria.

Ci aspetta l’ultima prova e, non avendo ancora affrontato la prova di softair pensiamo proprio che sia ora di dimostrare che qualcosa la sappiamo fare.

Camminiamo per molto tempo perché la distanza era abbondante e alcuni sentieri non erano segnati sulla mappa ma, finalmente, arriviamo sul luogo.

Ci viene consegnato un foglio e ci vengono dati 5 minuti per leggerlo.

Dovevamo strisciare sotto un percorso obbligato, recuperare le armi e fare del fuoco di copertura mentre Agno sparava a colpo singolo verso le minacce che ci sarebbero presentate.

L’obiettivo era liberare l’ostaggio, prendere i dati che aveva con se e disattivare l’ordigno in 7 minuti.

Inutile dire che ho combinato un disastro.

Non avevo capito che doveva sparare solo Agno quindi ho sparato anche io creando un bel po’ di disordine e di scompiglio tra di noi.

Nessuno capiva più nulla di ciò che stava accadendo e quindi abbiamo commesso l’errore di lasciarci avvicinare da un attentatore suicida.

Risultato: siamo saltati tutti per aria e abbiamo racimolato solo 60 punti dei 170 a disposizione e un bel po’ di nervosismo.

Fortunatamente la gara era finita, dovevamo solo rientrare al tendone comando e sperare di non essere arrivati ultimi.

Arriviamo al tendone comando in breve tempo e iniziamo a respirare un’atmosfera rilassata.

Stavamo già per toglierci l’equipaggiamento quando veniamo chiamati per una sorpresa: il test di primo soccorso.

La situazione, fortunatamente, non è stata complicata e provo a riassumerla in breve.

I sintomi ci sono sati spiegati a voce, ovvero: soggetto che ha perso i sensi e che ha smesso di respirare.

Abbiamo fatto qualche domanda tipo: " ha subito traumi? E' caduto? "

Ci è stato risposto: "Si, anche"

A quel punto, visto che il soggetto era già in posizione buona per procedere alla rianimazione, Agno ha controllato la pervietà delle vie aeree e abbiamo iniziato la procedura ( a dire il vero andavo un pò lento)

Dopo aver rianimato il soggetto, ci è stata svelata la rottura della tibia e ci è stato chiesto quale strumento utilizzare per riuscire a muovere il soggetto tenendo steccata la parte ferita.

Fortunatamente abbiamo risposto correttamente, ovvero che avremmo steccato l'intera gamba altrimenti, steccare solo la parte bassa, non avrebbe garantito l'immobilità dell'arto.

Abbiam preso 75 su 100 e direi che, per il nostro grado di preparazione, è stato un buon punteggio.

Abbiamo proprio finito, scattiamo una foto di rito e ci abbandoniamo al riposo mentale e fisico.

Nel giro di un’ora il tendone si è riempito di persone.

C’erano gran parte delle squadre partecipanti che avevano anch’esse finito il loro percorso e gran parte degli organizzatori che avevano smontato gli obiettivi esauriti.

E’ stato un bel momento questo in quanto abbiamo socializzato molto e fatto molte conoscenze.

Gianni, che nel frattempo ci aveva raggiunto sotto il tendone, ci ha presentato diverse persone, tutti simpatici e allegri.

L’unica nota negativa di questo momento è stata la pioggia che è sopragiunta copiosa e costante.

Noi eravamo riparati ma il nostro pensiero vola veloce verso le squadre che ancora non avevano finito la loro gara.

Attendiamo ancora un po’ sotto il tendone, godendo di quel momento di gaudente conversazione che proprio non ci aspettavamo, prima di rientrare in palestra per una doccia calda e per rimettere la divisa associativa.

Andiamo a cena in un ristorante lì vicino: bis di primi, secondo, due contorni, dolce e sorbetto allietano tutti i partecipanti della manifestazione che, essendo quasi 150, riempiono il ristorante lasciando solo qualche posto libero a qualche coppia curiosa in cerca di qualche momento romantico ( non è proprio il momento giusto  )

Rientriamo in palestra e ci addormentiamo come agnellini indifesi.

Anche questa notte mi sveglio diverse volte ma la stanchezza mi permette di subire meno il mio raffreddore.

Il mattino seguente, con un bel po’ di dispiacere, ritiriamo il nostro campo base allestito in palestra e carichiamo la macchina.

Siamo ancora in divisa vegetate però.

Il motivo è un motivo nobile, ovvero avremmo partecipato alla marcia in compagnia del Corpo Musicale di Valbrona fino al monumento ai caduti e lì avremmo partecipato alla cerimonia di deposizione della corona di fiori.

Qualche momento di incertezza sul passo, dovuto al ritmo incostante della musica, non ci trattiene dal compiere tutta la marcia nella maniera più seria possibile e nello schierarci di fronte al monumento.

Sull’attenti, con sguardi duri e seri, la cerimonia si svolge al suono dell’ “Inno di Mameli” e del “Silenzio”.

Avevo già partecipato ad altre cerimonie di questo tipo ma solitamente ero dalla parte dello spettatore, non avrei mai pensato di ritrovarmi dall’altra parte.

Un pensiero si insinua dentro di me in maniera più forte che mai: quello che stavamo facendo era una cosa importante.

La libertà che noi respiriamo tutti i giorni, il territorio di cui noi godiamo quando stendiamo il telo per prendere il sole al mare, le conifere che ci fanno ombra in montagna, il monumento storico che rapisce la nostra attenzione, la gelateria in centro, la nostra casa, sono tutti frutti del sacrificio di tutti coloro che hanno lottato per difendere il territorio italiano e l’unita nazionale.

Molti di loro erano più grandi di me, molti avevano la mia età e molti altri ancora erano sicuramente più giovani.

E’ loro che dobbiamo ringraziare e il mio ringraziamento, in quel momento, era più sentito che mai.

Era quasi mezzogiorno di domenica quando l’ammainabandiera al municipio segnava la chiusura della 26° edizione della competizione internazionale di pattuglia militare denominata “Valbrona 2011”.

In conclusione posso dire di aver partecipato ad una gara impegnativa e ad un’esperienza molto interessante. Consiglio a tutti coloro che hanno voglia di mettersi un po’ alla prova di partecipare all’evento 2012.

Il prezzo è basso e il divertimento è tanto, il cibo è buono e l’atmosfera è tutta da vivere.

L’unica nota negativa è che la gara è davvero breve se messa in relazione al tempo che viene impegnato per partecipare a tutto l’evento.

Siamo infatti arrivati alla tenda comando il venerdì alle 14:00 e siamo andati via domenica a pranzo, 2 giorni pieni per un percorso di 6/7 ore sono un po’ troppo lunghi ma questo è il parere di chi, come me, ha vissuto l’evento come una gara.

Questo evento in realtà è molto di più, è un ritrovo tra appassionati che si danno appuntamento da un’anno all’altro e quindi chissà che non risaluteremo qualche partecipante nell’edizione dell’anno prossimo?

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Cavolo mi hai fatto rivivere tutti i momenti belli e duri di questa manifestazione.

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