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Rozzilla

[22-23-24 Sett. 2017]Op. Prometheus "black Gold"-48H-Ascoli

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Dal diario personale di Ace, membro della PMC Zarruele.

 

 

Oggi è arrivato in sede una richiesta di missione dalla ASN:

verificare lo stato di salute di due ingegneri della Indian Oil Company che sono stati catturati da una organizzazione paramilitare negli stabilimenti situati in Marcuzistan.

Non è la prima volta che succede questo tipo di sequestro. La compagnia assicurativa preferisce pagare noi per evitare di corrispondere alle famiglie un risarcimento milionario.

L’incarico è accettato. Jack, Nox, Rico, Six, Muggio e io, Ace, siamo scelti per svolgere questo compito.

Ci prepariamo studiando la cartografia: il terreno non dovrebbe creare troppi problemi. Verifichiamo, inoltre, che in Marcuzistan le temperature in questa stagione sono di solito abbastanza miti.

Durante le sessioni di pianificazione in terra lombarda, prepariamo e studiamo, sin nei piccoli dettagli, un’ incredibile ma solidissima storia di copertura; in caso di cattura da parte dei paramilitari le probabilità di essere rilasciati sarebbero altissime…… anzi forse ci avrebbero pure aiutati a trovare i siti oggetto della nostra missione J.

Dopo un intenso ma costruttivo confronto tra il TL e il resto del Team, decidiamo di partire dall’installazione A quale punto di “start” per esplorazione dei 5 luoghi dove secondo noi le possibilità di trovare gli ostaggi sono più alte, ossia gli impianti della Indian Oil Company.

Prepariamo accuratamente e meticolosamente il nostro equipaggiamento consapevoli che la missione avrà una durata minima di 48 ore.

Partiamo con un piccolo aereo verso il Marcuzistan.

Atterriamo in un misero aeroporto di frontiera, nulla di più che una pista sporca con quattro baracche. Un nostro contatto nella zona ci fornisce 2 jeep nere per raggiungere l’area operativa. Qualche bustarella ci consente di arrivare al punto previsto per l’infiltrazione senza problemi. Nascondiamo gli automezzi. Ricontrolliamo l’equipaggiamento, togliendo i pesanti goretex perchè il tempo si preannuncia privo di precipitazioni.

 

 

Diamo inizio all’operazione.

La pattuglia prevede Jack e Muggio in avanscoperta, seguiti da Rico, Nox che fa da TL, Six che si occupa della cartografia e io che tengo la retroguardia.

Come da pianificazione, ci dirigiamo nel bosco verso Nord Ovest e dopo circa un’ora di cammino arriviamo nei pressi di una radura. Dal limitare del bosco possiamo vedere parte dell’impianto di estrazione, indicato come punto A, e sentire il vociare di alcune guardie. Aggiriamo il campo aperto per avere una visione più chiara dell’obj e della pattuglia di ronda. Riusciamo a posizionarci nella parte a Nord della radura, ai confini dell’AO, e ci mettiamo in osservazione. Dopo circa un’ora e mezza abbiamo un quadro completo dei movimenti della pattuglia e delle sue tempistiche. Io e Muggio lasciamo gli zaini al POA e ci avviciniamo al complesso di estrazione che si muove a regime. È davvero colossale. Lascia a bocca aperta.

Perlustriamo la zona attorno al macchinario, ma non troviamo traccia dei tecnici né altro di rilevante. Ci ricongiungiamo ai nostri compagni e ci dirigiamo verso Ovest per imboccare un piccolo sentiero che dovrebbe portare a Sud verso l’obj C. Purtroppo la vegetazione e la conformazione del terreno ci ostacolano e Nox decide di rischiare usando una carrabile che si dirige a sud per togliere dall’empasse la pattuglia. Pochi istanti e abbiamo il primo contatto con due tecniche che portano il cambio sugli obj ma il nostro avanzare è già coperto dal bosco lungo il tratto di sterrato. Altro tratto di carrabile, gli occhi sono aperti al massimo e dopo una decina di minuti, la coppia di scout, poco prima di una curva, sente della musica latina. I due prendono posizione ai lati del sentiero. Mentre Nox riflette sul da farsi, una pattuglia ostile si avvicina. Ci avrebbe individuato e così, con una breve raffica, Jack abbatte i 2 uomini.

Con cautela ci avviciniamo alla fonte del rumore. Proviene da un casolare in muratura a bordo del sentiero. Rico e Nox entrano, mentre noi facciamo sicurezza. Dopo pochi minuti Rico esce sorridendo tenendo in mano un panetto di quella che sembra cocaina. Nox lo segue, più serio, scuotendo il capo perché non è stata rilevata nessuna presenza dei tecnici.

Ci rimettiamo prontamente in marcia e poco dopo troviamo un piccolo sentiero che porta a Sud, così ci allontaniamo da quella zona calda. Anche le temperature e le pendenze minacciano le forze dell’intera pattuglia. Ma si va avanti!

 

 

 

Una volta lontani Nox ci ragguaglia: la casa sembrava essere un laboratorio per la sintetizzazione di droga e non c’era traccia alcuna degli ingegneri. In compenso la droga recuperata ci fornirà un bel gruzzolo al mercato nero.

 

Arriviamo presso un’altra carrabile dove incrociamo una pattuglia, che superiamo senza problemi. Ci infiliamo nella pineta sovrastante. Troviamo un buon punto dove riposare. Nox, però, vuole subito investigare nel vicino deposito C. Lasciamo gli zaini e scendiamo lungo il pendio verso l’obj. Ci sono le condizioni per entrare.

Io e Muggio teniamo sotto osservazione la pattuglia di difesa mentre gli altri avanzano. Probabilmente la pattuglia viene allertata da qualche rumore sospetto e ritorna sui propri passi, ma i nostri compagni riescono ad allontanarsi senza farsi vedere. Ci ricongiungiamo e ritorniamo verso i nostri zaini.

Prima di riposare, Nox ci informa che nell’obiettivo C è stato trovato un cadavere. Il volto tumefatto e l’assenza dei documenti non hanno consentito un riconoscimento sicuro, tutti noi sospettiamo si tratti di uno dei due tecnici.

Verso le 19, mangiamo prima di rifugiarci nelle bivvy per dormire fino all’1 di notte. Il riposo passa senza inconvenienti e poco dopo la sveglia siamo pronti a partire verso l’obj D.

Con qualche difficoltà, a causa dell’assenza di luna, arriviamo a una carrabile. Riusciamo a percorrerla fino all’imbocco di un sentiero. Lo seguiamo e raggiungiamo l’obj. Usciamo dal bosco e l’impianto di estrazione incombe davanti a noi come un minaccioso avvertimento di sventura. Ci dividiamo e ci avviciniamo da varie direzioni. Non incontriamo nessuno dei paramilitari né dei tecnici. Ci defiliamo verso Sud giusto in tempo per evitare i fari di una jeep che illuminano la zona. Una pattuglia scende a controllare l’impianto, ma noi siamo già lontani.

Facciamo sosta per una decina di minuti e poi, sfruttando la copertura delle tenebre, percorriamo oscuri sentieri sotto il monte Giammatura.

Arriviamo nei pressi della postazione E al sorger del sole. Scegliamo un punto lontano dalla strada per dormire qualche ora in modo da affrontare la giornata riposati.

A mezzogiorno siamo pronti a ripartire. Ci dirigiamo verso l’obj. Avvistiamo una pattuglia nemica che si allontana. Io e Six facciamo sicurezza mentre gli altri entrano. Sfortunatamente non trovano nulla di utile. Quindi ci sganciamo velocemente dal sito. Purtroppo la pattuglia nemica rientra e, sospettosa, inizia a muoversi circospetta. Noi riusciamo a nasconderci nella boscaglia e a sgattaiolare via verso l’ultimo obj in direzione Nord. Alle 18 circa, scelto un buon punto per la sosta, lasciamo gli zaini e ci dirigiamo alla volta di B passando attraverso il bosco.

Arriviamo in cima a uno sperone roccioso che ci permette di avere una buona visuale della zona ma che ci impedisce l’avanzata. Si tratta di una casa in mezzo a una valletta che sembra ciò che resta di una piccola cava. Studiamo con attenzione i movimenti della contro, la formazione della costruzione, poi decidiamo di agire. Jack e Six, rimangono in osservazione, mentre gli altri scendono verso l’edificio grazie alla perseveranza del TL che trova la via per scendere.

Muggio e Nox fanno sicurezza. Io e Rico entriamo. Notiamo subito un computer acceso in un angolo e non appena i nostri occhi si abituano all’oscurità scorgiamo una sedia avvolta da un groviglio di corde impregnata di sangue. Sappiamo di avere circa 15 minuti prima che la pattuglia ritorni, quindi cerchiamo informazioni utili. Sul computer troviamo una mail da uno dei due tecnici risalente a pochi giorni prima e prontamente ne stampiamo una copia. Fotografiamo tutto. Usciamo e, seguendo le tracce di sangue, cerchiamo il corpo dell’uomo torturato o ucciso che stava in quel locale. Non troviamo nulla. Poiché la pattuglia nemica sta ritornando, ci allontaniamo.

Raggiungiamo i nostri compagni e poi torniamo al rifugio.

Leggiamo attentamente la mail recuperata e scritta dall’ingegner David Trimble. Denuncia loschi affari: preparazione e compravendita di droga negli stabili della Indian Oil Company. Il tecnico fornisce nel suo scritto alcuni dati sulla raffineria (quella che abbiamo scoperto per caso) sui depositi e su un incontro tra i capi del traffico illegale.

Dopo un intenso e duro confronto interno alla squadra, decidiamo che la nostra missione si può definire conclusa. Purtroppo i due tecnici sono sicuramente morti. Abbiamo prove sufficienti a dimostrarlo, tra cui il panetto di cocaina.

Dormiamo qualche ora per affrontare riposati l’ultimo tratto del cammino ed esfiltriamo come previsto dopo mezzanotte.

Per raggiungere le jeep, siamo costretti a passare vicino all’obbiettivo B. Lungo il sentiero vediamo in lontananza le torce di una pattuglia. Cerchiamo di passare dal bosco, ma la vegetazione e l’oscurità ce lo impediscono. Quindi ci congeliamo sul posto e aspettiamo. La pattuglia arriva a pochi metri da noi senza vederci. A quel punto apro il fuoco e con una raffica abbatto tre dei quattro ostili. L’ultimo tenta timidamente di rispondere al fuoco, ma viene prontamente eliminato dal resto della squadra.

Raggiungiamo senza altri problemi le jeep, saliamo e ci allontaniamo nella notte.

 

È stata una gran bell’esperienza. Ultimamente si fatica a organizzare un evento di 48 ore. Questa avventura è stata un ottimo esempio di MSA. Bisogna ringraziare gli organizzatori che si sono impegnati per regalarci questo torneo di gran classe. La storia avvincente corredata da ottime scenografie hanno reso il torneo molto coinvolgente e soddisfacente. L’atmosfera, poi, che permeava il pranzo finale lo hanno reso indimenticabile. Grazie ragazzi!

 

Devo ringraziare anche i miei compagni di squadra, perché senza di loro non avrei partecipato a questa grande esperienza . Arrivavo da una situazione lavorativa difficile e molto impegnativa che non mi ha permesso di preparami al meglio non avendo potuto partecipare a tutte le riunioni di pianificazione. Loro sono riusciti a farmi stare al passo e spero di non aver recato intralcio alla squadra, ma di aver dato comunque un valido contributo. Grazie infinite !!

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